È atto di prepotenza ed arroganza sconfinate la nomina, da parte della giunta Oliverio, dei commissari di 7 aziende del Servizio sanitario calabrese, in quanto avvenuta senza alcun confronto di leale cooperazione istituzionale con i commissari del governo italiano, appena insediati. Il governatore della Calabria e i “suoi” assessori hanno ignorato l’invito alla ragionevolezza rivolto loro dal ministro Giulia Grillo. Un invito in favore dei calabresi che subiscono disservizi e carenze molto gravi per colpa di un sistema politico-affaristico che privilegia interessi elettorali ed economici di comitati di potere, così aumentando l’emigrazione sanitaria e mortificando i tanti medici, infermieri e altri operatori che lavorano in trincea per garantire buone cure e adeguata assistenza. La conferma di Raffaele Mauro alla guida dell’Asp di Cosenza è la riprova che gli accordi elettorali di Oliverio con la coppia Adamo-Bruno Bossio contano più dei fatti e dell’interesse pubblico. Il manager, già messo a capo dell’Asp di Cosenza contro cui aveva vinto una causa per depressione da servizio, non ha raggiunto l’equilibrio di bilancio, ha proceduto a reclutamenti di personale in violazione delle norme e ha tentato di designare 14 primari senza l’autorizzazione commissariale. Se non bastasse, da ultimo Mauro ha conferito, a pochi giorni dalla scadenza del mandato, un incarico dirigenziale alla moglie del politico Franco Pacenza, episodio su cui stiamo svolgendo i dovuti controlli». «Angela Caligiuri, che come Mauro ha prodotto disavanzi di bilancio, è stata invece riconfermata all’Asp di Vibo Valentia, nonostante gli anomali concorsi dei mesi scorsi, su cui vi sono specifiche indagini. Collocata al timone dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Catanzaro, Caterina De Filippo è come Giuseppe Fico, piazzato all’Asp di Catanzaro, responsabile di disavanzi di bilancio: la prima al policlinico universitario, il secondo all’Asp di Crotone. Le nomine in questione sono inaccettabili sia per il metodo che per il merito. Per questo abbiamo già chiesto al ministro della Salute di valutare la sostituzione di questi manager, per il tramite dei commissari Cotticelli e Schael, con soggetti attuatori, oppure l’esplicita attribuzione, ai delegati del governo, del potere di nomina dei vertici delle aziende del Servizio sanitario regionale. Dalila Nesci e Francesco Sapia Commissione Affari sociali e Sanità, Camera dei Deputati
LA PACCHIA È FINITA, alla Regione si torni a parlare di salute e non di poltrone
Il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, pretende di esercitare a tempo scaduto le proprie prerogative riguardo alla nomina dei vertici delle aziende del Servizio sanitario della Calabria. Nel contempo dimentica d’aver omesso, benché obbligato dalla legge, l’avvio della procedura di decadenza di 7 direttori generali protagonisti di disavanzi di bilancio, per cui pende un esposto mio e del collega Sapia alla Procura di Catanzaro. Come avrete capito, mi riferisco alla nota con cui il governatore della Calabria ha risposto (http://bit.ly/2FqJK8m) al recente richiamo formale rivoltogli dal ministro della salute, Giulia Grillo, di sentire i delegati del governo (http://bit.ly/2FwGoQA), Saverio Cotticelli e Thomas Schael, in merito all’individuazione dei commissari delle aziende del Servizio sanitario calabrese (tranne l’Azienda ospedaliera di Catanzaro e l’Asp di Reggio Calabria), prevista nella giunta del pomeriggio di lunedì 14 gennaio.
Ci chiediamo se per Oliverio esercitare le proprie prerogative significhi riconfermare manager che non hanno rispettato l’equilibrio di bilancio e che ciononostante hanno ricevuto un premio di svariate migliaia di euro mentre andavano per legge rimossi; che hanno esercitato le loro funzioni non avendone alcun titolo; che in mancanza della prescritta autorizzazione hanno tentato di nominare 14 primari e che con procedure disinvolte hanno affidato a fine mandato incarichi dirigenziali a loro cari e alla moglie del politico Franco Pacenza. Il governatore finge di non comprendere le ragioni del garbato ma deciso invito del ministro Grillo alla correttezza istituzionale. Inoltre egli ignora che la sanità della Calabria è commissariata per il piano di rientro e che in una situazione simile all’attuale il generale Luciano Pezzi nominò dei commissari aziendali in veste di delegato del governo nazionale. Oltretutto, prima della designazione di Cotticelli e Schael da parte del governo nazionale, la Regione ha pubblicato un avviso, per i nuovi direttori generali, non in linea con le norme vigenti e avente due diverse scadenze per la presentazione delle domande». Oliverio ha capito o no che non è più possibile utilizzare la sanità per clientelismo elettorale e che il ministro Grillo gli ha dato un ultimatum?
Nesci e Sapia, Deputati della Commissione affari sociali e sanità della Camera dei Deputati