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COMMISSIONE ANTIMAFIA: HO POSTO AL MINISTRO LAMORGESE ALCUNE DOMANDE NON PIÙ DIFFERIBILI

Questa mattina, in Commissione Antimafia, è stato audito il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per fare il punto sulle principali questioni di sicurezza interna in merito alla diffusione e alla specializzazione dell’azione mafiosa sul territorio nazionale.
Negli ultimi decenni, infatti, la criminalità organizzata è andata incontro ad un profondo mutamento delle proprie dinamiche e strutture organizzative interne, da cui è emerso un sistema sempre più adattabile ai mutamenti nel campo economico, sociale e politico italiano.
La sempre minore visibilità del suo sistema affaristico, che progressivamente penetra i settori vitali del nostro sistema paese, conferma l’imprescindibilità dell’opera di aggiornamento delle strategie da mettere in campo per fronteggiare la minaccia criminale.
In particolare, proprio in merito a tale opera di penetrazione nell’ambito dello scioglimento degli enti locali per mafia, ho chiesto al Ministro a che punto sia la stesura dell’albo da cui attingere le figure dei prefetti che andranno a costituire la Commissione straordinaria dell’ente sciolto.
Perché un tale albo è così necessario? Come evidenziato nella Proposta di legge a mia prima firma, incentrata sulla modifica della normativa in materia di scioglimento derivante da condizionamento mafioso, è fondamentale che tali figure siano scelte sulla base di precisi criteri di merito ed esperienza.
Inoltre, si prevede che almeno uno dei prefetti componenti della Commissione straordinaria assicuri costantemente la propria presenza all’interno dell’ente o del comune soggetto a scioglimento, al fine di garantire il buon funzionamento della macchina amministrativa che è chiamato a risanare. Non solo, la sua presenza sarà anche un segnale positivo da offrire ai cittadini, che potranno sempre interfacciarsi con chi, in prima persona, si occupa di riattivare l’offerta dei servizi essenziali sul territorio.
Inoltre, rispetto alla composizione della cosiddetta White List, ossia l’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa, ho evidenziato al Ministro l’assenza in tale elenco di alcuni settori cruciali, come i servizi funerari, della raccolta rifiuti e della ristorazione. Ho chiesto dunque se ne si preveda l’aggiunta, e quali altre attività economiche potrebbero esservi ricomprese. Non solo, ho interrogato il Ministro circa la sua opinione rispetto alla possibilità di dare a questo elenco pubblicità diffusa, in modo da renderlo effettivamente trasparente e consultabile da qualsiasi cittadino.
In ultimo, ho sottolineato che la Commissione Antimafia ha ripreso ad indagare sul “Sistema Montante”, dalla cui sentenza si deduce che esistessero rapporti istituzionali da chiarire sotto il profilo dell’opportunità politica, innanzitutto con l’allora Ministro dell’Interno Alfano, di cui l’attuale Ministro Lamorgese era Capo di gabinetto.
Questioni non più differibili, soprattutto in relazione ai dati offerti a livello nazionale, che sempre più certificano la presenza, abilmente mascherata, della mafia nel cuore del tessuto sociale, politico ed economico della nostra società. L’esponenziale aumento del numero di Comuni soggetti a scioglimento per infiltrazioni mafiose ne è un esempio lampante.
Auspico che le risposte a questi interrogativi, che il Ministro Lamorgese riferirà in una successiva seduta, certifichino i caratteri di ampiezza ed incisività che si vorrà imporre alla lotta alla diffusione della criminalità organizzata sul nostro territorio.