Molto interessante oggi, in Commissione Affari Costituzionali, l’audizione del Capo Dipartimento per gli Affari interni e territoriali, il Prefetto Elisabetta Belgiorno, in relazione alla mia proposta di legge sullo scioglimento dei comuni per mafia.
Partiamo da una considerazione ideologica fondamentale: valori cardine della legge in materia di scioglimento, sono gli interessi della collettività generale e dell’ordine pubblico, che sono da tutelare nel corso di ogni fase del procedimento (indagini della commissione d’accesso e poi eventuale commissariamento dell’ente locale). La natura preventiva della norma ed il carattere straordinario ed eccezionale, deve concretamente poter mettere le basi per un pieno e stabile risanamento dell’ente commissariato. Ecco perché questa normativa va affinata negli strumenti e nelle risorse da mettere in campo, ma non può essere depotenziata in alcun modo.
Nel corso dell’audizione, ho posto al Prefetto alcune domande relative al potere dei prefetti e delle commissioni d’accesso, nonché ai casi in cui, ad essere sciolte, siano le Aziende sanitarie.
Ho chiesto, infatti, se lo sviluppo di questa normativa non debba prestare maggiore attenzione ai poteri e agli strumenti di cui dispongono i Commissari straordinari nell’esercizio delle proprie funzioni: se, in particolare, non debbano essere investiti di maggiori poteri per poter, ad esempio, allontanare il personale dipendente che risulta essere condizionato dalla criminalità organizzata.
Ancora, rispetto alla composizione e al funzionamento della Commissione d’accesso, ho chiesto se siano necessari tempi più lunghi per la formulazione della relazione da questa prodotta, concernente la descrizione degli elementi che accertano la sussistenza del reato di stampo mafioso.
Rispetto alla composizione della Commissione straordinaria, ho ricordato che l’articolo 32 bis del c.d. Decreto Sicurezza aveva già predisposto, in coerenza con la mia proposta di legge, la costituzione di un apposito albo da cui attingere i nomi dei commissari straordinari che saranno posti a guida dell’ente sciolto. Ho chiesto, dunque, a che punto sia la formazione di questo albo.
La definizione di una nuova normativa in materia di scioglimento degli enti locali per mafia deve necessariamente essere rafforzata ed eliminare in primis quegli aspetti più critici che riguardano la presenza quotidiana della terna commissariale dentro i comuni. La popolazione deve percepire la costanza dell’impegno dello Stato affinché non si creino equivoci sulla strada da scegliere per avere servizi e dignità: questa è la strada della legalità e della giustizia sociale, poiché le mafie stanno umanamente ed economicamente desertificando i nostri territori.
Vai qui per vedere l’audizione integrale—> https://webtv.camera.it/evento/15329