La complessità di uno strumento di primaria importanza come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza solleva inevitabilmente numerosi interrogativi nei cittadini, cui è nostra prerogativa dare risposte che siano il più esaurienti e puntuali possibili.
Il PNRR investirà nelle regioni del Mezzogiorno il 40 % delle risorse territorializzabili, pari a circa 82 miliardi, quota che supera quel 34 % già previsto dalla legge per gli investimenti nazionali ordinari.
In aggiunta alle risorse del PNRR, non dobbiamo dimenticare i fondi strutturali 2021-2027, il REACT EU, il Fondo Sviluppo e Coesione, le risorse nazionali per interventi strategici per il Mezzogiorno per altri 120 miliardi.
Insomma tra PNRR e altri fondi l’importo complessivamente allocabile al Sud, per i prossimi dieci anni, supera i 200 miliardi di euro. Bisogna esserne coscienti, senza sensazionalismi.
Per verificare la quota di risorse territoriali che il PNRR destina al Sud, è stato avviato un attento processo di analisi sui singoli investimenti finanziati. L’attività congiunta di Ministero per il Sud, Ministero dell’Economia e delle Finanze e delle altre Amministrazioni centrali responsabili degli interventi, ha tenuto conto dei progetti territorializzabili. Che significa “progetto territorializzabile”? Ovvero quegli investimenti chiaramente identificabili a livello territoriale come ad esempio reti ferroviarie, ZES, asili nido.
Per quanto riguarda invece i progetti che possono avere una ricaduta territoriale, ma senza alcuna assegnazione geografica-territoriale di partenza si è proceduto analizzando i potenziali beneficiari degli interventi. Quindi desumendo la dimensione territoriale attraverso studi di settore o precedenti esperienze progettuali.
La stima così ottenuta è il risultato di un’analisi tanto complessa quanto attendibile. E laddove si rischiava di sovrastimare l’impatto nel Meridione si è scelta un’impostazione conservativa. Vedasi il caso della stima – realizzata sulla capacità strutturale di assorbimento – del valore dell’ecobonus che, al Sud, è oggi pari a meno del 10% dell’intera misura che invece cuba 18 miliardi. Ma ciò non precluderà certo un tiraggio superiore a quello stimato qualora le regioni meridionali diventassero più efficienti.
A ciò si aggiunga che, nella quota del 40% ovvero del computo degli 82 miliardi previsti per il Sud nel PNRR, non vengono annoverate le cosiddette “azioni di sistema” che, comunque, avranno una ricaduta positiva su tutto il territorio nazionale e dunque anche nel mezzogiorno come ad esempio gli interventi del superbonus o gli incentivi della Transizione 4.0
Per garantire il rispetto della quota del 40%, il Governo è impegnato ad attuare ulteriori strumenti volti a di monitoraggio, attuazione e controllo diffuso delle risorse via via assegnabili ad una specifica area geografica. Sarà infatti prevista una piattaforma di e-government con indicatori di impatto nel Mezzogiorno, grazie alla quale i cittadini potranno valutare il rispetto dell’incidenza geografica.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non è soltanto un programma di spesa, ma soprattutto di performance e quindi raggiungimento di obiettivi. Uno strumento nazionale grazie al quale il Mezzogiorno beneficerà di risorse ingenti, ma anche di riforme come lo snellimento dei processi amministrativi, la semplificazione delle regole, la deburocratizzazione.
La nostra sfida da qui al 2026 consisterà, pertanto, nel superare le attese dell’Unione Europea rispettando tutti gli impegni presi con i cittadini e concretizzare una pronta capacità di spesa.
Inoltre, la volontà comune di Governo e Parlamento ha permesso di mettere nero su bianco, con un emendamento al “decreto semplificazioni”, la norma che vincola anche i bandi del #PNRR a impegnare il 40% delle risorse in progetti legati alle Regioni del Mezzogiorno. La tenacia della Ministra Carfagna e di tutto il Ministero del Sud -che mi onoro di rappresentare da Sottosegretaria di Stato- sta portando risultati giorno dopo giorno. Questo ci inorgoglisce, ma ci carica di ulteriori responsabilità.
Ora bisogna proseguire a mettere gli enti locali nelle condizioni di operare. Poi, dovremo verificare che i soldi siano spesi tutti e al meglio. Abbiamo risorse e opportunità per superare, finalmente, il divario fra il #Sud ed il resto del Paese.
Il Sud ce la deve fare e ce la farà.