Paolo Pollichieni è stato un giornalista puro, severo, rigoroso e prezioso per l’emancipazione della Calabria, che richiede un’informazione obiettiva, basata sui fatti quotidiani. Ne ricordo il coraggio, l’entusiasmo, la capacità professionale, la profondità intellettuale e la vivace ironia negli editoriali, negli articoli e nella rubrica video “Omissis”, diventata virale. Pollichieni ha saputo raccontare come pochi i drammi, i bisogni, le contraddizioni e le potenzialità della Calabria. Ha reso un servizio fondamentale ai cittadini e ogni giorno ha stimolato la classe politica, spesso chiusa nella propria autoreferenzialità e allergica al suo giornalismo, forte della verità, della verifica delle fonti, di un’autorevolezza indiscutibile. In particolare, Pollichieni ha scavato a fondo sulla gestione della sanità calabrese e reso conto delle pratiche, dei vizi nei palazzi della giunta e del consiglio regionale. Con i suoi giovani redattori, che ha formato con scrupolo e dedizione, ha fatto emergere scandali, abusi e irregolarità, che tante volte hanno costituito la base delle mie denunce e azioni parlamentari. Pollichieni ha affrontato argomenti spinosi con una conoscenza sempre capillare di problemi e fenomeni che hanno causato la marginalità della Calabria e l’emigrazione progressiva di diverse generazioni. Penso ai suoi servizi sulla ‘ndrangheta e sulla massoneria deviata, documentati e ricchi di dettagli. Piango la scomparsa di un grande professionista, di un amico, di un maestro di quel giornalismo d’inchiesta che serve alla nostra terra. Abbraccio i suoi familiari e collaboratori, sicura che l’eredità di Paolo verrà raccolta e non si perderà.