I prossimi mesi speriamo di poter affrontare la campagna referendaria per l’abolizione della Legge Calderoli che ha introdotto, di recente, l’autonomia differenziata. L’evento che si terrà domani pomeriggio, alle ore 17 presso l’Università Lumsa, è un’ottima occasione per approfondire questi temi.
Si tratta di una riforma pericolosissima perché colpisce l’unitarietà della nostra Repubblica, ridurrà la competitività dello Stato e quindi delle imprese, indebolisce le politiche pubbliche di recupero dei divari territoriali.
Ancora una volta, una legge contro il #Sud votata da tutta la maggioranza di destra del Governo in carica.
E’ compito di tutti conoscere per essere informati e poter dialogare in maniera consapevole anche con chi la pensa diversamente da noi. Ovviamente sono disponibile a recarmi in qualsiasi posto d’Italia per contribuire al dibattito su questa legge che, al contrario di quanto ci vogliano far credere, non sta applicando i principi della Costituzione ma ne stravolge tutto il senso solidaristico e ci allontana sempre di più dalla coesione territoriale del nostro Paese.
L’Italia ha già tanti servizi essenziali “differenziati” di fatto (vedi sanità, infrastrutture e mobilità), perché vi sono disuguaglianze e sperequazione. Non avevamo bisogno di una legge spacca Italia!
L’evento è stato organizzato dall’Associazione Nazionale Democratici Cristiani ANDC di cui sono socia e componente del Consiglio Direttivo guidato dal Presidente Lucio D’Ubaldo.
Come sanno i miei Amici e le persone che mi seguono, dopo aver lasciato il M5s (colpevole – quanto il centro destra – di aver fatto cadere il Governo Draghi) e dopo la mia campagna elettorale alle ultime elezioni nazionali 2022 (come candidata di “Impegno Civico” con Luigi Di Maio nella coalizione di centro sinistra), ho deciso di NON ISCRIVERMI PER IL MOMENTO AD ALCUN PARTITO.
Sono desiderosa di far parte di un progetto politico-partito di lungo respiro, moderato, europeista e di ispirazione popolare e cattolica.
Nonostante io ora non sia eletta in Parlamento, il mio trascorso di ben due legislature (XVII e XVIII) ed un incarico da Sottosegretario di Stato del Governo Draghi, mi impone di proseguire con i miei doveri di rappresentanza e soprattutto di non abbandonare il mio territorio.
Il territorio calabrese è spesso lontano dalle attenzioni degli alti dirigenti di partito nazionale o da quei moVimenti politici volutamente non organizzati. Molti Calabresi non votano, anche oltre il 50%, in molti casi non conoscono i propri rappresentanti in Parlamento e si vive nel paradosso della bellezza smisurata con il disagio dei disservizi.
C’è poco da aggiungere, la Calabria ha bisogno di presenza politica ed istituzionale. Ha bisogno di più persone impegnate e di meno speculatori. Ha bisogno di cultura, dibattiti ed occasioni di confronto multiculturale in grado di scacciare la mentalità mafiosa che alimenta la ‘ndrangheta.
Io proseguo a fare la mia parte con spirito di servizio ed energia che la mia classe ’86 ancora mi permette.
Ci tengo a tenere vive le relazioni umane, sociali e quindi politiche. E continuo a supportare gli amministratori locali, le associazioni e la gente onesta.
Ringrazio il Segretario Cittadino Giacinto Carrieri e tutto il circolo del Pd di Limbadi che, al di là delle convinzioni ideologiche, bisogna riconoscere essere un presidio importante e prezioso di attività politica a favore del territorio.
Leggete il comunicato stampa che il circolo del PD ha inviato ai giornalisti calabresi:
“Limbadi (VV) – Ieri, su iniziativa del Segretario Cittadino Giacinto Carrieri, presso la sede del Partito Democratico, circolo di Limbadi, si è tenuta un’assemblea per discutere di tematiche di interesse della comunità locale e del territorio.
Presente all’incontro, il gruppo di minoranza “Limbadi libera e democratica” (Sesto Rosalba, Blasi Maria Grazia, Lazzaro Annamaria).
Ospite l’ Ex Parlamentare On. Dalila Nesci, a cui il circolo ha inteso esprimere profonda gratitudine per il lavoro svolto, ai tempi del Governo Draghi, come Sottosegretaria di Stato per il Sud e la Coesione territoriale. Il suo impegno profuso verso la Calabria, ha permesso al Comune di Limbadi di ricevere un finanziamento di più di 1 milione di euro, per la realizzazione dell’Auditorium Comunale.
Un ulteriore finanziamento di 2 milioni di euro è arrivato al vicino Comune di Nicotera: “Progetto integrato per la valorizzazione del paesaggio culturale della Dieta Mediterranea”.
Questi finanziamenti concessi nell’ambito del “Cis Calabria -Svelare Bellezza”, elaborato dalla Nesci a favore di tutta la nostra regione, per un importo totale di 227 milioni di euro e 110 opere diffuse sul territorio, rappresentano un concreto segnale di cura dei luoghi e sviluppo delle nostre comunità.
Dall’assise, un appello all’ amministrazione comunale: quello di seguire con attenzione e costanza i lavori di realizzazione del suddetto Auditorium fino al suo completamento. La comunità non può perdere quest’occasione (che altrimenti sarebbe l’ennesima), di poter usufruire presto di questa struttura essenziale e necessaria per la nostra comunità ed i comuni limitrofi. Luogo che sarà sicuramente punto di riferimento culturale per i nostri giovani e non solo”.
Foto presso il “Ristorante Pizzeria Posada” di Limbadi, dove abbiamo gustato ottimi prodotti tipici locali e continuato a dibattere sull’attualità e questioni politiche del territorio. Una bella serata! Grazie agli amici e alle amiche di Limbadi!
Dalila Nesci, Ex Parlamentare e Già Sottosegretario di Stato, non usa mezzi termini per descrivere l’impatto della recente approvazione della legge sull’Autonomia Differenziata. Con il suo consueto stile schietto e diretto, Nesci ha lanciato un chiaro allarme sulle conseguenze di questa manovra, che, a suo dire, rischia di aggravare il divario tra Nord e Sud e mettere a rischio l’unità e la coesione del Paese.
“Questa legge,” ha dichiarato Nesci, “non è un passo avanti verso una maggiore efficienza, ma un passo indietro verso una divisione del Paese.”
Nesci ha ribadito che l’autonomia differenziata, se non accompagnata da un efficace meccanismo di perequazione e dalla definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), può peggiorare le disuguaglianze già esistenti, a discapito soprattutto delle Regioni del Mezzogiorno. “Non possiamo permettere che le Regioni più forti dettino le regole e gestiscano risorse a loro piacimento, lasciando le altre Regioni a fronteggiare i propri problemi senza il sostegno dello Stato centrale,” ha affermato Nesci, evidenziando che una riforma di questo tipo rischia di penalizzare i cittadini in settori chiave come la sanità e l’istruzione.
Una voce critica senza compromessi.
Dalila Nesci è apprezzata per la sua capacità di comunicare senza filtri, mirando dritta al cuore dei problemi. In questo frangente, ha assunto il ruolo di portavoce delle preoccupazioni di quanti temono che l’autonomia differenziata possa trasformarsi da riforma per migliorare l’efficienza amministrativa a strumento di disgregazione territoriale. La sua fermezza nel denunciare le criticità e il coraggio nel prendere posizione le hanno guadagnato il rispetto di molti cittadini, soprattutto nel Sud Italia, dove il tema dell’equità territoriale è particolarmente sentito.
Nesci ha fatto appello alla responsabilità politica, chiedendo un serio ripensamento della legge e misure concrete per garantire l’uguaglianza tra le Regioni. Per lei, l’autonomia differenziata è una questione che non riguarda solo la gestione amministrativa, ma la visione stessa di un’Italia unita e solidale. “La politica deve essere al servizio di tutti i cittadini, non solo di alcuni,” ha concluso.
La Strada “Briganteu” è un’opera finanziata, nell’ambito del “Cis Calabria – Svelare Bellezza”, insieme ad altri 109 interventi diffusi su tutto il territorio regionale: si tratta di un contratto istituzionale, dal valore di 227 mlioni di euro, elaborato e realizzato durante il Governo Draghi grazie al lavoro dell’allora Sottosegretario di Stato per il Sud e la Coesione territoriale On. Dalila Nesci.
Oggi, con l’inaugurazione del cantiere, si sono avviati i lavori di questa nuova strada turistica, denominata “Briganteu”, che collegherà il centro abitato di Drapia con Tropea. Un’opera attesa da decenni: migliorerà i collegamenti del territorio, aumenterà la qualità dei servizi e creerà nuovi spazi economici, culturali e commerciali. La durata dei lavori indicata nel cartello di cantiere è di 16 mesi ed il costo complessivo è di 2.282.568,57 milioni di euro.
Così ha dichiarato l’Ex Parlamentare Dalila Nesci, presente al taglio del nastro sul cantiere: “Complimenti al Sindaco Alessandro Porcelli e a tutta l’Amministrazione di Drapia per l’operoso impegno. Ora, mi auguro vadano avanti gli altri 109 progetti finanziati in tutta la Calabria durante il mio mandato da Sottosegretario di Stato del Governo Draghi”. “Sottolineo – ribadisce la Nesci – che i finanziamenti del Cis Calabria devono essere utilizzati, con obbligazioni giuridicamente vincolanti, entro tre anni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta nel novembre del 2022, della Delibera CIPESS n.30 che ha finalizzato le risorse”.
“Il mio timore – sottolinea Nesci – è che si perdano i 227 milioni di euro di finanziamenti assegnati a quei Comuni beneficiari che ancora non li hanno utilizzati. Per questo – conclude Nesci – sollecito le Amministrazioni locali beneficiarie ed i Sindaci a procedere, entro l’estate del 2025, all’affidamento dei lavori. Rimango a disposizione per ogni supporto istituzionale qualora ci fossero difficoltà o impedimenti”.
Il “CIS Calabria – Svelare Bellezza” fu avviato nel 2021, attraverso un dialogo serrato e costruttivo tra Governo e Regione Calabria, coinvolgendo gli oltre 400 sindaci e amministratori locali del territorio. Si precisa che: la Delibera CIPESS del 2 agosto 2022 n. 30, formalizzò lo stanziamento per il CIS «Calabria – Svelare bellezza» per un totale di 226.970.123,12 milioni di euro dal Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, per la realizzazione di 110 interventi nei settori dell’ambiente, della cultura e minoranze etnolinguistiche, del turismo (enogastronomico, sportivo e religioso), dei trasporti e mobilità sostenibili (in via complementare agli ambiti elencati).
Questo articolo è in costante aggiornamento con l’indicazione di eventi e convegni ai quali partecipo e che, in alcuni casi, organizzo.
In questa pagina troverete anche i riferimenti agli eventi (dal 2023 ad oggi) ai quali ho partecipato e sono intervenuta in qualità di relatore, di Ex Parlamentare della Repubblica e già Sottosegretario di Stato.
Delle mie partecipazioni pubbliche troverete tutti i dettagli e contenuti, sia su questo sito, che sulla mia pagina Facebook.
Al contrario di alcune convinzioni diffuse, il titolo di “onorevole”, con gli annessi doveri di rappresentanza, permane e non decade con il mandato elettorale. E’ necessario continuare ad essere riferimento per il proprio territorio di provenienza e rimanere a servizio delle istituzioni del nostro Paese.
Ancor di più, in questa epoca storica di cambiamenti sociali, economici e politici, credo ci sia bisogno di dare un contributo sano di partecipazione civica, culturale, intellettuale…in una locuzione: continuare a FARE POLITICA nel senso più profondo.
Partecipo, senza necessariamente intervenire, anche ad altre iniziative culturali, politiche ed istituzionali del territorio che non ho inserito qui. Ma, se siete curiosi, potete seguirmi sui canali social; in particolare suInstagram dove racconto di me e delle mie passioni con foto e post della mia vita personale e pubblica.
Se volete contattarmi o invitarmi ad intervenire in una realtà associativa o scolastica, scrivetemi qui: nesci_d@camera.it
DATA e ORARIO/ LUOGO/ ORGANIZZAZIONE/ TITOLO EVENTO
18 Dicembre 2024 ore 10 e 30 / Roma, Palazzo Montecitorio, Sala della Lupa – Associazione degli Ex Parlamentari della Repubblica Italiana: Assemblea di fine anno
26 Novembre 2024 ore 16 e 30 / ROMA, Palazzo Montecitorio, Sala della Regina – Associazione Ex Parlamentari della Repubblica: “Ruolo del Parlamento e prerogative dei parlamentari e degli ex parlamentari”
#NesciOnTv19 Novembre 2024 ore 21 e 30 / Telemia Canale 76 – in onda su “Il fatto in TV”
16 Novembre 2024 ore 16,30 / PALERMO, Palazzo Branciforte, largo Gae Aulenti 2- Centro la Loggia e Settimana delle Culture presentano: “La rana bollita” di Pietro Massimo Busetta (Editore Rubbettino).
Pubblicato il 3 ottobre 2024 su “Quotidiano del Sud – L’Altra Voce dell’Italia”
La riforma di Calderoli ci allontanerà dall’Europa
Con la legge Spacca-Italia sull’autonomia differenziata, in Parlamento, hanno avuto la meglio le pulsioni nordiste. Si tratta di una vera picconata all’unità nazionale, capace di allontanare sempre di più l’Italia dallo spirito federalista che, invece, dovrebbe informare il compimento del processo di integrazione europea.
Sulla testata del Quotidiano del Sud, è arrivato forte e chiaro il messaggio dell’On. Enrico La Loggia, oggi componente del Comitato tecnico scientifico con funzioni istruttorie per l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni (CLEP). Mentre tutto scorre, prendono forma gli “indicatori differenziali” che considerano il basso costo della vita al Sud come un vantaggio rispetto ad altre aree del Paese. Questa teoria, insensata e bislacca, ignora le gravi carenze di servizi e infrastrutture nel Mezzogiorno e non rispetta il principio costituzionale di ridurre le disuguaglianze. Se, tali parametri, verranno adottati per definire i Lep, cristallizzeranno le disparità esistenti, invece di affrontarle. Inoltre, potrebbero essere il preludio di gabbie salariali e dunque di Lep “differenziati”, che incideranno geograficamente sulla compartecipazione al gettito fiscale, a svantaggio dei territori già esposti alla deprivazione sociale. Sono d’accordo con La Loggia, poi, quando afferma che, bisogna andare oltre i Lep e ragionare sulla formula dei Lup: Livelli universali di prestazioni.
In attesa di definire ed individuare le risorse per i Lep (le stime della Svimez parlano di 80-100 miliardi di euro per colmare i divari), vanno avanti in tempi record i negoziati delle intese regionali per le materie “non Lep”. Questo zelo fa evincere, in chiaro, tutto il carattere speculativo di questa riforma, contraria al principio solidaristico impresso nella Costituzione Italiana e nei Trattati dell’Unione Europea.
Ragioniamo ora sui benefici di una politica della coesione territoriale che mira alla distribuzione equa delle risorse. Sono stati fatti faticosi passi in avanti per il superamento della spesa storica e per migliorare la spesa dei fondi strutturali europei e nazionali a favore del Mezzogiorno. Tutti gli addetti ai lavori sanno, con evidenza scientifica, che: ogni investimento nelle regioni meno sviluppate, riduce le disparità all’interno del Paese e ha un impatto maggiore sul PIL nazionale rispetto ad investimenti verso aree già sviluppate. L’autonomia differenziata, incredibilmente, su questo punto, va’ in direzione ostinata e contraria.
Dobbiamo dire con chiarezza che, se le condizioni di partenza dei territori più disagiati, non vengono modificate garantendo pari opportunità e perequazione, il concetto di merito usato strumentalmente da questa riforma è una truffa. Da ex Parlamentare della Repubblica degli ultimi 10 anni e già Sottosegretario di Stato del Governo Draghi, sono stata testimone attiva di molte azioni politiche che hanno sventato le incursioni a favore di un’autonomia-scellerata che -va detto- ha promotori politici in ogni partito e movimenti presenti oggi in Parlamento. Ora, però, credo che anche i più possibilisti fautori di un ampliamento delle autonomie territoriali, si rendano conto che questa riforma Calderoli, diventata legge, rischia di far accelerare quei processi di desertificazione economica e spopolamento già avviati in alcuni territori.
Se è vero che esiste una “lobby del Veneto” pro-autonomia, ormai, non credo che basti solo una lobby del Sud per contrastarla, ma sarebbe comunque una buona notizia. Esistono terreni di scontro nei quali ci si infanga, altri con ripercussioni troppo articolate per essere percepite o assimilate con facilità. Quindi non è facile esercitare un sano pressing verso i decisori politici. Chiunque però abbia compreso le ripercussioni della legge 86/2024, non può esimersi dal puntellare i dibattiti in ogni sede. L’Associazione Ex Parlamentari della Repubblica, per esempio, da oltre un anno, organizza confronti sulle riforme in atto, sia a Roma che nelle regioni.
Mi auguro che Roberto Occhiuto, Presidente della mia regione, la Calabria, possa promuovere dalla sua autorevole postazione istituzionale anche una postura più intransigente all’interno del suo partito politico. Forza Italia in Parlamento è quel partito, moderato e di Governo, che può farsi carico di fermare la pallina che corre sul piano inclinato.
Il bullismo ideologico di certe maggioranze può essere calmierato soltanto da forze moderate. In Italia ne abbiamo disperatamente bisogno. Altrimenti saremo condannati a sperimentare, ancora, il multiforme mondo dei populismi, che troverà nuovi modi per manifestarsi. Lo stiamo già vedendo nella deriva ideologica della cultura woke: da un lato, i liberali che annaspano vicini alla destra nazional populista e dall’altro i progressisti, gaudenti verso la sinistra illiberale.
Se in Italia esistesse una vera politica di centro, di cultura viva della mediazione, allora si potrebbe pensare ad una riforma sulle autonomie territoriali con autentico approccio federalista, imperniato sul principio di sussidiarietà e sulle politiche di perequazione.
La spinta leghista, non a caso, fa presa sui fallimenti del centralismo di Stato. Penso per esempio al tema dei commissariamenti dei sistemi sanitari regionali che, nell’ultimo decennio, hanno manifestato tutta l’inadeguatezza dei loro meccanismi contorti. Ma ciò non basta a legittimare una riforma Spacca-Italia che, anzi, va contrastata con grande vigore ed intelligenza politica.
Se il Mezzogiorno del Paese sconta, da troppi anni, forti carenze in materia di industrializzazione, infrastrutture e servizi e P.A., la Calabria è, per molti aspetti, più marginalizzata ma non per questo priva di condizioni e opportunità di sviluppo.
Durante il Governo Draghi, furono molte le strategie territoriali messe a sistema per sostenere percorsi di sviluppo e benessere di territori specifici, con l’obiettivo di rafforzarne l’identità economica e sociale e quindi anche il protagonismo e la responsabilità nelle scelte d’intervento. Penso alla Clausola 40% delle risorse PNRR e per investimenti ordinari per il Sud, alla SNAI, alle ZES, alle ZLS, agli investimenti per infrastrutture sociali nel Mezzogiorno, ai Contratti Istituzionali di Sviluppo. Questi ultimi, si sono dimostrati un efficace strumento per la distribuzione di finanziamenti e la messa a terra di progetti strategici, riuscendo a superare steccati istituzionali e ritardi della burocrazia, moltiplicando le opportunità di sviluppo del Sud.
Di certo, non bisogna tacere sui rischi di mancata realizzazione delle opere o eventuale perdita o distrazione dei finanziamenti. Ciò impone, a istituzioni e autorità in primis, di vigilare attraverso un attento monitoraggio ed un supporto agli amministratori locali, per comprenderne le difficoltà o rilevare lentezze tecnico-burocratiche.
Del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) dedicato alla Calabria, mi sono occupata, in qualità di Sottosegretario di Stato per il Sud e la Coesione territoriale del Governo Draghi. Il 2 agosto 2022 è avvenuta la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Delibera CIPESS n. 30 per il CIS «Calabria – Svelare bellezza». Volevamo investire sul patrimonio produttivo e culturale del territorio, creando le condizioni materiali per favorire la crescita della Calabria e superarne gli stereotipi negativi, svelando a tutti la sua bellezza.
Sono stati destinati ben 226.970.123,12 € dal Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, per realizzare 110 interventi nei settori dell’ambiente, della cultura e minoranze etnolinguistiche, del turismo (enogastronomico, sportivo e religioso), dei trasporti e mobilità sostenibili (in via complementare agli ambiti elencati). Finanziamenti che devono essere utilizzati, con obbligazioni giuridicamente vincolanti, entro tre anni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Delibera CIPESS di cui sopra. Il CIS Calabria, avviato 19 ottobre 2021, è avanzato attraverso un dialogo serrato e costruttivo tra Governo e Regione Calabria, coinvolgendo oltre 400 sindaci e amministratori locali.
La partecipazione copiosa alla “chiamata” del Contratto, si è potuta realizzare mediante un’articolata rete di relazioni interistituzionali e attraverso il metodo del dialogo e della concertazione. Il CIS, intitolato “Svelare bellezza”, ha dunque seguito un iter adattato alla realtà calabrese, tenendo conto sia delle necessità istituzionali che politiche. Compito fondamentale di un rappresentante di Governo è, infatti, quello di rispondere precipuamente alle responsabilità istituzionali e ai ritmi dell’attività Parlamentare, ma anche quello di mantenere una visione politica di insieme rispetto alla tenuta del Governo stesso e alla possibilità di raggiungere obiettivi concreti in tempi utili per il territorio interessato dal CIS. Sono state fatte pervenire, in maniera celere e completa, ab origine, tutte le comunicazioni istituzionali ai soggetti ed enti destinatari del Contratto. Ho incontrato, de visu, i sindaci in diverse province, nelle sedi delle Prefetture (Uffici Territoriali del Governo), per spiegare i meccanismi del CIS e rispondere alle loro domande; raccogliendo anche indicazioni per chiarimenti tecnici, prontamente pubblicati sul sito dell’Agenzia della Coesione Terriroriale. Tali occasioni di confronto, hanno permesso di far emergere esigenze ed anticipato problematiche anche esulanti l’ambito del CIS. Questo, ha permesso l’ascolto e la vicinanza del Governo nazionale sul territorio locale, in coordinamento con l’insostituibile collaborazione dei nostri Prefetti che, tuttora, ringrazio per il delicato lavoro che svolgono.
Gli incontri con la Regione Calabria sono stati cruciali, in particolare con i Presidenti Nino Spirlì e Roberto Occhiuto e le loro strutture tecniche, che hanno facilitato la firma finale del Contratto. Sottoscrizione avvenuta il 21 giugno 2022, a Tropea (VV), presso il Palazzo Santa Chiara, alla presenza fisica e telematica dei Sindaci e della Regione Calabria, dei Ministeri competenti (Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dell’Interno, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili, Ministero della Cultura, Ministero del Turismo, Ministero della Transizione Ecologica), dell’ACT, di Invitalia, del Gabinetto del Ministro e di molte autorità civili, militari e religiose del territorio calabrese. E’ qui utile ricordare che, nella fase di avvio erano pervenute 1187 proposte progettuali dalla Calabria, dalle quali sono stati poi selezionati, in base al budget disponibile e ai criteri stabiliti, 110 interventi prioritari. Gli altri interventi pervenuti, ritenuti strategici e corrispondenti ai criteri adottati, sono stati inseriti in due ulteriori elenchi di “media” e “bassa” priorità. La mia idea era quella di lavorare, subito dopo, ad un nuovo Contratto istituzionale di sviluppo per reperire risorse aggiuntive, ma la caduta prematura del Governo Draghi (nel luglio 2022) ha ostacolato tali impegni. Tuttavia, altri progetti del CIS Calabria già selezionati, possono essere rivalutati in qualsiasi momento. Mi auguro che il Ministro Raffaele Fitto e la Presidenza del Consiglio del Governo Meloni possano riprendere in mano questo dossier.
L’avanzamento dei progetti finanziati sta proseguendo, in linea con altri contratti analoghi. Ne abbiamo contezza grazie al monitoraggio trimestrale delle Politiche di Coesione della Ragioneria Generale dello Stato. Altre informazioni, invece, le reperisco “sul campo”, grazie al garbo istituzionale e allo zelo di Sindaci che ne danno notizia alle loro comunità o ai quali chiedo informazioni e che si apprestano ad avviare le gare o i lavori di alcune opere.
Il mio timore è che si perdano i 227 milioni di euro di finanziamenti assegnati a quei Comuni beneficiari che ancora non li hanno utilizzati. Per questo sollecito le Amministrazioni locali beneficiarie ed i Sindaci a procedere, entro l’estate del 2025, all’affidamento dei lavori. Rimango a disposizione per ogni supporto istituzionale qualora ci fossero difficoltà o impedimenti.
Occorre, inoltre, vigilare sulle misure e le linee di finanziamento già esistenti a favore del Sud, nel segno del superamento dei divari territoriali.
Temo riforme attuali, come quella dell’autonomia differenziata, che non si fanno carico della sperequazione esistente e del rischio di spopolamento e desertificazione economica di molte aree del Paese. Non si dimentichi che, il nostro Mezzogiorno d’Italia, si trova nel cuore del Mediterraneo e sarà sempre più cruciale per il destino dell’UE e di molti equilibri geopolitici internazionali.
Già Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Sud e la Coesione territoriale del Governo Draghi e Parlamentare della Repubblica Italiana della XVII e XVIII legislatura.
E’ un’intervista profonda, per la quale ringrazio la sensibilità di Pino Nano che, in questi lunghi anni, non si fermato all’apparenza e ai pregiudizi nei miei confronti. Leggendola capirete qualcosa in più di me e del mio impegno politico su tutto il territorio italiano e con a cuore il nostro Sud, la bella Calabria.
Vi riporto di seguito il TESTO INTEGRALE.
Dalila Nesci con Figec Cisal: “Ne avevamo bisogno” Pino Nano – 19 Settembre 2023 Calabria, Comunicazione, Donne, Economia & Finanza, Europa, Lavoro & Previdenza, Le interviste di Giornalisti Italia, Legalità, Sindacato, Vite da Oscar
Dalila Nesci ROMA – «In tutti questi anni mi sono occupata di tutela del risparmio privato, ho lottato contro l’usura bancaria, a favore dello scorrimento delle graduatorie delle Forze dell’Ordine, per una migliore gestione dei rifiuti in Calabria; ho contribuito a difendere le associazioni basate sul territorio, spesso minacciate dalla criminalità organizzata, e alla salvaguardia dell’ambiente, insieme alle tante espressioni della società civile calabrese. Ho lottato, e continuo a farlo, perché il diritto alla salute in Calabria possa essere pienamente garantito ad ogni cittadino.
Ho ideato e finanziato con 227 milioni euro, per conto del Governo Draghi, il Cis Calabria – Svelare Bellezza».
Non è facile raccontare una donna come Dalila Nesci, avvocato e giornalista calabrese, fino al 12 ottobre 2022 deputato e donna di Governo. È stata sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Sud e la Coesione territoriale, componente della Commissione Parlamentare Antimafia e della Commissione Affari Sociali e Sanità. Poi, nella XVII Legislatura, componente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, della Commissione Affari Sociali e Sanità, del Comitato Parlamentare per i procedimenti di accusa, della Giunta per le Autorizzazioni a procedere, vicepresidente della Commissione Politiche dell’UE. A 26 anni entra in Parlamento e dieci anni dopo rimane una delle donne protagoniste della politica italiana. In Calabria lo è ancora di più. «All’età di 26 anni sono stata eletta in Calabria parlamentare della Repubblica e portavoce del M5S. In quegli anni, ho ricoperto la carica di vicepresidente della XIV Commissione Politiche dell’Unione Europea e sono stata membro della XII Commissione Affari Sociali, della Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e vigilanza dei servizi radiotelevisivi, nel Comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa e nella Giunta per le autorizzazioni. Da allora, senza sosta, ho lavorato per il risanamento economico, culturale, politico e sanitario della mia terra, senza mai perdere di vista l’orizzonte nazionale».
Dalila Nesci con Nicola Gratteri, già procuratore aggiunto di Reggio Calabria, procuratore di Catanzaro e neo procuratore generale del Tribunale di Napoli – Nata a Tropea 37 anni fa, Dalila Nesci, laureata in Giurisprudenza all’Università Mediterranea di Reggio Calabria… «Della mia terra custodisco le bellezze. Combatto, invece, contro abusi e apparati che causano dipendenza dalla politica e nuova emigrazione, quella dei più giovani. A partire dal 2009 mi sono attivata nel MeetUp di Reggio Calabria e ho curato la presentazione, nel Palazzo della Provincia di Reggio Calabria, della mostra “All’ombra dell’Unità d’Italia” con l’intento di approfondire la storia dell’unificazione nazionale e per il superamento della questione meridionale. Da parlamentare non ho mai taciuto sulla gestione mafiosa di sanità e ambiente in Calabria, depositando corrispondenti denunce in tutte le Procure.
Sono stata la promotrice, a Reggio Calabria, dell’iniziativa pubblica “La notte che spazza il sistema”, a seguito dell’uscita dell’ordinanza di custodia cautelare relativa all’operazione “Mammasantissima”».
Un giorno, quando qualcuno scriverà la vera storia del Movimento Cinque Stelle, non potrà non raccontare anche la storia personale di questa “guerrigliera” piena di passione civile e di entusiasmo per la vita, che in Calabria ha profondamente segnato l’evoluzione, la crescita e la maturità del Movimento… «Sono convinta che, solo facendo proprie le parole guerriere di pace, democrazia e rappresentatività, potremo organizzare azioni coerenti davvero evoluzionarie, che mirino, prima di tutto, a salvaguardare l’integrità della persona umana, nel quadro di una società, nazionale e di una nuova politica europea, più solida e coesa». Una leonessa, protagonista di mille battaglie politiche importanti in tutto il Mezzogiorno d’Italia. Intelligenza viva, donna padrona del mondo e di se stessa, intellettuale vivace poliedrica e di grande fascino. A tratti aggressiva, a tratti dolcissima, come tutte le donne del Sud.
«Traendo spunto anche dall’attività del dott. Roberto Di Bella, ex presidente del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, volta a strappare i figli degli ‘ndranghetisti da un destino viceversa ineluttabile, ho presentato una proposta di legge intitolata “Liberi di Scegliere” che prevede l’introduzione di specifici provvedimenti per la protezione e l’assistenza dei minorenni in pericolo appartenenti a famiglie mafiose. Ritengo, infatti, doveroso introdurre misure a tutela dei minorenni che subiscono nel corso della vita un vero e proprio indottrinamento mafioso attraverso il quale, anche se non imputabili, vengono coinvolti in attività delittuose o subiscono violenze. Lo strumento normativo per cui mi sono battuta è molto chiaro: bisogna prevedere la decadenza o la limitazione della responsabilità genitoriale di coloro che appartengono ad organizzazioni malavitose di tipo mafioso allorquando si riscontri un concreto pregiudizio all’integrità psico-fisica dei minori». Oggi Dalila Nesci non è più parlamentare. Lei ci sorride sopra, ma questo è il prezzo che si paga quando si fanno scelte di libertà e di indipendenza come la sua.
«Ho percorso, solo in Calabria, circa 200 mila chilometri con la mia auto, ho donato alla collettività oltre 230mila euro della mia indennità e ho scritto più di tremila atti tra interrogazioni, esposti, emendamenti, diffide e note formali. Ho presentato, inoltre, diverse proposte di legge, tra cui una per istituire la Commissione Parlamentare d’inchiesta sui crimini bancari, oggi operativa; un’altra, chiamata “Elezioni Pulite”, approvata alla Camera, contro il voto di scambio e i brogli elettorali; una per indagare sulla sicurezza dei punti nascita, visto il numero di bambini e le madri morti di parto in Calabria; una per recuperare le centinaia di milioni di euro che la sanità calabrese deve ricevere dallo Stato». Ma oggi lei non è più neanche parte del Movimento Cinque Stelle. Se n’è andata via sbattendo la porta insieme a Luigi Di Maio, e quando lasciò il Movimento sapeva benissimo che le avrebbero fatto pagare tutto questo. Ma lei, tosta come una roccia, non ha esitato un solo attimo a ribellarsi e lasciare, dopo la decisione di Giuseppe Conte di “picconare il Governo Draghi”.
Dalila Nesci a Montecitorio Degna figlia della storica rupe di Tropea. Anima e roccia, pietra dura e magia dei tramonti lì di fronte. Oggi per lei è una stagione di silenzio, una sorta di “anno sabbatico”, una pausa di riflessione, forse anche di studio e di analisi, per decisioni future di cui certamente sentiremo parlare molto presto. La cerchiamo proprio per questo. – Buongiorno onorevole… «Mi dai del lei? Siamo prima di tutto colleghi e non posso esimermi dal dichiarare grande stima per il tuo percorso professionale».
Dalila Nesci – Intanto, ti ringrazio. Partiamo allora da un tema che ti è sempre stato molto caro, la libertà e il pluralismo dell’informazione. Da sempre ti batti per il pluralismo dell’informazione: ci credi ancora? «In un mondo globalizzato che chiama l’umanità a decifrare e affrontare sfide nuove di portata planetaria, ne abbiamo di certo bisogno. Pluralismo in politica e di voci intellettuali. Le nostre comunità abbisognano di chiavi interpretative della realtà che cambia in modo repentino». – Come nasce la tua passione per il giornalismo e a che condizioni accetteresti di farlo oggi?
«Sin da giovanissima ero curiosa di indagare la realtà del territorio calabrese dal punto di vista di giovane donna del Sud. Sono nata a Tropea e mi sono laureata in giurisprudenza a Reggio Calabria, fiera di poter creare valore nella mia regione. Ho sempre voluto dare un contributo al dibattito culturale e politico. Confesso, per la prima volta, che non mi abbandona mai il sogno di vedere nascere una testata giornalistica calabrese di ispirazione cattolica, in cui poter lavorare, in team con giornalisti giovani e di esperienza, per raccontare il mondo del volontariato e dell’impegno nel sociale». – Che ruolo credi possa ancora avere il giornalismo al servizio della Calabria? «Il giornalismo non deve interpretare ruoli. Se commettiamo la leggerezza di degradare il giornalismo a “missioni” o interpretazioni del momento, si fanno danni enormi. Il giornalista può avere a disposizione, ad esempio, strumenti nuovi dati dalla modernità o essere esperto in determinati argomenti, ma la sua etica e professionalità sono la precondizione per esser definito tale. E aggiungo che, se da un lato, registro in Calabria, la carenza di confronti culturali e politici mediatici permanenti o comunque alternativi alla modalità e ai tempi delle tribuna elettorale, dall’altro lato, in qualità di politico, non posso dimenticare che la prima responsabilità, nella mancanza di consessi di dibattito plurale, è da imputare agli ambienti di partito che sono evanescenti». – Credi che la narrazione della Calabria sui grandi giornali sia oggi quella giusta, o vada invece “rivista”? «Per la sua storia millenaria, la Calabria non ha bisogno di essere narrata o sceneggiata, ma rappresentata. In molti contesti la Calabresità non emerge a dovere e spesso fatica ad incarnarsi in pensiero mediatico o in personalità capaci di divenire punto di riferimento consolidato per l’opinione pubblica. Il giornalismo dovrebbe raccontare con continuità, dalla Calabria, i suoi rappresentanti del mondo culturale, artistico, politico, imprenditoriale e giovanile, anche quelli emergenti, rinunciando – qualche volta – alla dinamica da hype. Purtroppo, negli ultimi 15 anni, ho vissuto, osservato e denunciato dinamiche poco professionali e coni d’ombra mediatici creati ad hoc, che rallentano il processo di emancipazione culturale delle nostre comunità calabresi». – Da anni non fai che ripetere “guai a non credere nel pluralismo e nel ruolo dell’informazione”. Fino a un anno fa il giornalismo aveva il sindacato unico. Ora è nata la Figec Cisal a cui ti sei iscritta tra i primi volendo essere tra i soci fondatori. Immagino che ritieni tutto questo un valore aggiunto al dibattito in corso nel Paese e per il mondo del giornalismo italiano…
«Lo ritengo molto utile, ne avevamo bisogno! Mi sono iscritta alla Figec per rilanciare la mia partecipazione e attenzione al mondo del giornalismo che è in continua evoluzione. Sono pronta a mettere a disposizione il mio percorso di esperienza nelle relazioni istituzionali. Dobbiamo tutti unire le forze: la categoria dei giornalisti merita più garanzie e dignità nel lavoro». – Come imagini il futuro della Figec Cisal? «Fondamentale, ne avevamo bisogno! E spero possa essere, sempre, punto di riferimento per il mondo istituzionale a favore della categoria dei giornalisti, che merita più garanzie e dignità nel lavoro». – Posso chiederti cosa farai da grande? «Lo vedremo insieme. Lo prometto a tutti i colleghi della Figec e a tutti i lettori di Giornalisti Italia. Lo vedrete e lo vedrà la gente a cui ho dedicato i miei anni migliori e le mie passioni più forti. Guai a fermarsi, o peggio ancora, a vivere guardandosi indietro». (giornalistitalia.it)
Il Direttore Roberto Napoletano de "Il Quotidiano del Sud, l'altra voce dell'Italia" ha dato spazio al mio pensiero sulla situazione della sanità in Calabria in seguito alla recente sentenza della Corte Costituzionale. Ecco il testo pubblicato sabato 31 luglio 2021.
E’ questa la sensazione che tante volte ho provato quando denunciavo i misfatti della politica e della governance manageriale sulla Sanità calabrese. Un cerino che veniva passato di mano in mano per evitare di prendere posizione, per minimizzare le questioni, per delegittimare professionisti impegnati o cittadini indignati. Condivido il suo fervore, Direttore, sull’affaire commissariamento della Sanità calabrese. Lo condivido perchè è anche il mio. E nonostante le difficoltà, le narrazioni stereotipate che mai giungevano all’origine delle responsabilità e certe solitudini incontrate nel mio percorso politico, non ho mai inteso cedere al disimpegno. Ho incrociato pavidità e presunte ragioni di Stato, nel tempo, però, passi in avanti ne sono stati fatti e c’è chi ha avuto il coraggio di accendere un faro sulla Sanità Calabrese: l’ex Ministra Giulia Grillo ha avviato un tentativo, il Ministro Roberto Speranza non si è tirato indietro nell’affrontare questa sfida ormai incancrenita dal tempo e dalle occasioni perdute della politica regionale.
La sentenza n. 168 del 2021, della Corte Costituzionale ha rilevato profili di incostituzionalità delle norme di recente emanate al fine di supportare l’azione commissariale di risanamento della Sanità in Calabria. Sentenza che come esponente del governo, non intendo leggere con gli occhi dello speculatore politico. La Consulta ha innanzitutto dichiarato l’illegittimità costituzionale del “decreto Calabria” nella parte in cui non prevede che al prevalente fabbisogno della struttura commissariale provveda direttamente lo Stato ma si prevede che il supporto della Struttura Commissariale sia affidato al personale degli uffici regionali e di fatto al Dipartimento della Salute. Dipartimento che, in questi dieci anni, è stato via via smantellato da ogni giunta regionale senza soluzione di continuità. E’ pur vero che, consapevoli di queste difficoltà, nei “decreti Calabria” è stato sempre previsto il supporto di Agenas. Sono però anch’io convinta che si debba fare di più. Per questo saluto la sentenza della Consulta come grande opportunità per ogni livello istituzionale. La Corte Costituzionale se da un lato riconosce il ruolo delle autonomie territoriali sul tema sanità, dall’altro conferma che spetta allo Stato un ruolo di “garante di ultima istanza” che esercita attraverso il potere sostitutivo previsto dall’articolo 120 della Costituzione. Ad ogni modo, credo che in visione di un futuro ripensamento del Titolo V della Costituzione, dobbiamo approntare una seria rivisitazione dell’istituto del commissariamento e dei piani di rientro che, così come normato oggi, non risponde più alle logiche e politiche economiche dei nostri tempi in cui, finalmente, si torna ad investire abbandonando definitivamente la stagione dell’austerity.
Mi preme sottolineare che l’illegittimità del commissariamento reiterato era stato da me denunciato a più riprese, anche con atti di sindacato ispettivo nella scorsa legislatura, ma c’è un elemento sottaciuto da molti che invece va esplicitato. Nella mia interpellanza urgente discussa il 27 novembre 2015, grazie alla puntuale risposta dell’allora Sottosegretario di Stato alla Salute, Vito De Filippo, fu chiara -come un lampo di luce nella notte calabrese- la responsabilità della Regione Calabria: “Non risulta a questo Ministero che gli organi istituzionali della Regione Calabria abbiano, né nel 2013 né ora nel 2015, manifestato l’intenzione di presentare un nuovo piano di rientro”. L’amara verità, dunque, è che, per molti anni, il commissariamento è stato utilizzato come alibi di rimpallo politico delle responsabilità.
Anche se riconosco, senza cedere a semplificazioni illusorie, che insistono oggettive difficoltà che hanno reso e rendono tuttora difficile la presa in carico del problema a tutto tondo. Subito dopo l’elezione dell’allora Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, infatti, avevo proposto di fare fronte comune e riscrivere insieme un nuovo piano di rientro per chiedere ai Ministeri vigilanti l’uscita dal Commissariamento. Non se ne fece nulla, le condizioni politiche non erano ancora favorevoli ad una cooperazione in tal senso. Avviai, così, un’opposizione dai banchi del Parlamento senza sconti, pur in assenza di rappresentanti regionali del M5S in Calabria. Tengo bene a mente, infatti, gli imboscati di allora e gli opportunisti di oggi.
Ad ogni modo, ciò che muove tuttora il mio operato politico è la difesa per una parità di accesso al diritto alla salute in Calabria affinché si interrompa l’indicibile emigrazione sanitaria, anche per mancata vigilanza sui rimborsi sanitari verso strutture fuori Regione.
Oggi più che mai, come unica rappresentante calabrese del Governo Draghi, vedo nitidamente la possibilità di un riscatto politico trasversale e la voglia di collaborare per la ricognizione del debito ed il superamento del Commissariamento. Per stralciare ogni posizione debitoria del passato, serve una ricognizione definitiva del pregresso e sancire una nuova gestione libera da errori e contiguità delinquenziali sui quali opererà la magistratura contabile e penale. Inoltre, sulle difficoltà delle regioni meridionali e quei criteri ingiusti che a partire dal FSN hanno ulteriormente deteriorato i Livelli Essenziali di Assistenza, c’è un impegno concreto del Ministro Speranza ed anche una rinnovata attenzione da parte del Ministero di Economia e Finanza.
E proprio perché non sempre il tempo a disposizione è stato utilizzato in maniera efficace, credo che adesso si debbano fare passi ben ponderati ma decisivi nel superamento del debito storico della sanità calabrese. Perché, a partire dalla prossima legge di bilancio, non avremo più il tempo di tornare indietro a correggere quanto fatto. Speranza c’è, lo Stato pure. Sono convinta che la rinascita dell’Italia parte da Sud e la Calabria dovrà diventare, finalmente, l’emblema delle sfide possibili.
Pochi giorni fa, nella bella #Tropea, ho partecipato allo splendido concerto della Fanfara del 12° Reggimento Carabinieri Sicilia, voluto dal Generale Pietro Salsano Comandante della Legione Carabinieri Calabria, in accordo con il Prefetto Paolo Giovanni Grieco ed i Commissari prefettizi che oggi guidano il Comune di Tropea.
Un bel messaggio di unità tra varie parti dello Stato che operano in questo territorio.
Occasione suggestiva per avvicinare l’Arma dei Carabinieri alla popolazione e quindi i cittadini alle Istituzioni.
Una serata di musica e legalità per meditare, insieme, sull’importanza di avere cura della nostra comunità, dei luoghi che abitiamo e delle nostre istituzioni democratiche.
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