A questo link sono pubbliche le motivazioni della Corte Costituzionale sul giudizio di ammissibilità del referendum riguardante l’autonomia differenziata.
La Legge 26 giugno 2024, n. 86, voluta da Calderoli ed approvata da tutte le forze di maggioranza in Parlamento, aveva sollevato molti dubbi di rilievo costituzionale e compattato le opposizioni preoccupate dell’aumento dei divari territoriali e degli squilibri economico-finanziari che ne sarebbero derivati. Io ne avevo parlato qui.
La Corte Costituzionale ha respinto l’ipotesi di un referendum perché – dopo la sent, n. 192/2024 – la Riforma Calderoli era già stata svuotata di contenuto, essendo state dichiarate incostituzionali molte parti di quella legge. Sentenza che costringe il Parlamento a doverla riscrivere. Dunque, riguardo al quesito referendario, rimaneva soltanto un riferimento al principio del regionalismo differenziato così come previsto dall’art.116 co.3 della Costituzione; che non può essere oggetto di referendum ma solo di revisione costituzionale.
Lo stimato Prof. Stefano Ceccanti ed ex collega parlamentare ha commentato a caldo dicendo che: “Si tratta di una sentenza prevedibile e prevista ma soprattutto chiarissima”.
E’ ormai evidente a tutti, anche a chi vorrebbe vivere solo di propaganda o di bandierine politiche, che la legge sull’autonomia differenziata è tutta da riscrivere.
Intanto, c’è il macro tema messo in evidenza dalla Consulta che è quello della distinzione, necessaria da fare, tra “materie” e “funzioni”, precisando che solo quest’ultime possono essere devolute alle regioni in attuazione di una qualsivoglia autonomia differenziata.
Altra delimitazione riguarda l’impossibilità di trasferire persino le materie c.d. NO-LEP. Dunque niente accelerata sulle intese regionali se si tratta di materie NO-LEP per le quali sono comprese “funzioni” in grado di incidere sui diritti civili o sociali che abbisognano della previa determinazione dei LEP e dei relativi costi standard.
Infine, la Consulta ha precisato che, in base all’ordinamento europeo, su alcune materie NO-LEP come il commercio estero e le professioni non è possibile devolvere alcunchè.
Insomma, la legge va’ riscritta e la palla torna in campo nel Parlamento. Il lavoro di pressing mediatico e politico-istituzionale, a mio avviso, deve continuare per far sì che il dibattito parlamentare sia finalmente aperto ed articolato. Soprattutto spero che il dibattito pubblico non rimanga schiacciato, come accaduto fin ora, sulla propaganda di maggioranza e opposizione che è stata stucchevole quanto inutile ai fini della comprensione da parte dell’opinione pubblica di quanto stava accadendo.
Bisogna lavorare ad una mediazione politica che porti ad un testo sul regionalismo differenziato responsabile e sostenibile per le casse dello Stato, ma soprattutto solidale. Non si dimentichino le disparità territoriali e le difficoltà di partenza di molte regioni del Sud Italia.
L’Associazione degli Ex Parlamentari della Repubblica Italiana, di cui mi pregio di essere socia e coordinatrice per la Calabria, sta – da oltre un anno – dando un importante contributo al dibattito pubblico di livello giuridico, istituzionale e politico. La prossima giornata di studio sui temi dell’autonomia differenziata, alla luce della sentenza della Consulta e con un focus particolare sulla sanità si terrà il prossimo 14 febbraio 2025 alle ore 10 a Reggio Calabria:


Qui il comunicato stampa dell’iniziativa alla quale invito tutti a partecipare numerosi: