In seguito all’avvio di iniziative parlamentari di controllo, effettuate dalla sottoscritta e dai colleghi M5S Francesco Sapia, Giuseppe d’Ippolito, Paolo Parentela e Bianca Laura Granato, i rapporti politici tra Franco La Rupa, condannato per scambio elettorale politico-mafioso, e la maggioranza del Comune di Amantea, le anomalie gestionali dell’ente e i gravi fatti che determinarono l’arresto di un assessore locale hanno portato all’invio della commissione di accesso in quel municipio, che ne verificherà, come previsto dalle norme, eventuali infiltrazioni mafiose. Si tratta di un’iniziativa a tutela dell’amministrazione pubblica e della comunità di Amantea, che nasce dalla costante attenzione istituzionale del sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, da uno scrupoloso lavoro della Prefettura di Cosenza, dall’impegno e dal coraggio delle nostre consigliere comunali Francesca Menichino e Francesca Sicoli, più volte perfino denigrate ed attaccate da avversari politici, e dalla nostra continua attività di sindacato ispettivo. Attenderemo che la commissione d’accesso compia tutti gli accertamenti del caso, consapevoli d’aver agito nell’interesse collettivo e di aver lanciato, pure all’opinione pubblica, costanti segnali sulla necessità di indagare a fondo in merito alla gestione del Comune di Amantea, troppo spesso negata dalle altre forze politiche.
INTERVENTO DALILA NESCI XX° APPUNTAMENTO PAROLE GUERRIERE
Benvenuti al XX° appuntamento di “Parole Guerriere. Seminari Rivoluzionari a Montecitorio”, dal titolo: “Quale sviluppo? La terza rivoluzione industriale e la crisi planetaria”.
Oggi affrontiamo un tema emblematico per il percorso di approfondimento filosofico-politico che ha compiuto Parole Guerriere fino a qui. Per migliorare la qualità della nostra vita, cioè del lavoro e delle relazioni interpersonali quotidiane, dobbiamo ripensare la società.
Con l’aiuto dei relatori, oggi tracceremo un percorso di idea filosofica e politica molto chiara: quella dello sviluppo sostenibile, in grado di generare prosperità economica e sociale.
In molti, dicono che siamo in un momento storico difficile quanto propizio di cambiamento, di svolta antropologica: perché rivolgimenti epocali stanno modificando l’attuale struttura economica, politica, sociale e tecnologica del nostro pianeta.
Basterebbe prendere coscienza che le grandi migrazioni, i progressivi cambiamenti climatici, le crescenti disuguaglianze sociali ed economiche, sono chiari segnali di una grande rivoluzione in corso.
Dopo la crisi finanziaria del 2007, ha ripreso forza un pensiero critico nei confronti di questo sistema dominante neoliberista. La crescita industriale senza limiti non è coerente con la limitatezza di alcune risorse del pianeta. I dissesti ambientali ci segnalano che un consumo crescente di fonti fossili e l’inquinamento spaventoso dell’aria, dei mari, e della terra, ci aprono davanti scenari apocalittici.
Non è un caso che in questi mesi milioni di giovani -con la studentessa svedese Greta Thunberg- stiano reinterpretando la lotta al cambiamento climatico: il surriscaldamento globale infatti ci pone di fronte alla più grande delle sfide secondo me: la RESPONSABILITA’ INTERGENERAZIONALE.
Nell’analizzare le possibili via d’uscita da questo trend autodistruttivo, ci possiamo presto rendere conto che siamo noi, le donne e gli uomini di questo tempo, ad avere le chiavi del destino delle prossime generazioni. E’ nostro compito e nostra responsabilità ineludibile creare le condizioni per la sopravvivenza della specie umana su questo Pianeta.
E poiché la crisi, prima che ambientale ed economica, è culturale – non esiste altro modo per affrontarla se non cambiando radicalmente la cultura che alimenta questo XXI secolo.
Una cultura del consumo sfrenato, che riduce la civiltà – il 99% di essa – ad una massa informe funzionale allo sfruttato di un’oligarchia sempre più ristretta ma sempre più potente; che scambia il mezzo con il fine e fa perdere di vista alle persone il senso della vita.
Una cultura che ha messo sul trono la tecnica, ha sospinto la parcellizzazione il sapere e gli ambiti di intervento, a sfavore di una concezione olistica e organica dell’ambiente circostante e quindi della natura stessa dell’uomo.
Questo modello di società ultra-parcellizzata, in cui l’uomo è orientato esclusivamente all’accrescimento di risorse individuali (anche a discapito degli altri), è il pensiero su cui si fonda il moderno neoliberismo economico. Urge di conseguenza una rivoluzione culturale e democratica molto complessa che, da una parte ripensi i concetti stessi di sviluppo, di progresso, e di prosperità, elaborando progetti economici che si basino su energie rinnovabili e su finalità di benessere collettivo, e dall’altra aiuti gli esseri umani a crescere in questa nuova direzione evolutiva, liberandosi progressivamente dalle proprie tendenze distruttive e predatorie.
#PG nasce proprio per alimentare una radicale contestazione di questo pensiero neoliberista.
Siamo arrivati al 20° seminario, abbiamo affrontato gli aspetti e le ricadute di questo pensiero, fornendo slanci intellettuali e ragionamenti politici in grado di immaginare una nuova società, un nuovo modello economico e paradigma industriale.
#PG -che è nato dall’incontro e dalla collaborazione tra me, mio fratello Diego Antonio e Marzo Guzzi- ci dimostra che il Movimento 5 stelle e chi ci segue è ancora affamato di questo tipo di contestazione radicale e che desidera luoghi di elaborazione del pensiero.
Lo dimostra questa sala piena e le richieste di tanti attivisti di tutta Italia che ci hanno invitato sui loro territori per ospitare questi seminari rivoluzionari -che ci hanno portato a Bologna, Salerno, Cagliari, Tropea, Napoli, Milano, Lamezia Terme e a Roma in diversi Municipi.
Il M5s deve continuare ad abbeverarsi all’idea e all’utopia che originariamente lo ha creato. Per noi rilanciare l’idea originaria delle Parole Guerriere di Grillo e Casaleggio, non serve per un ritorno al passato o per abbandonarci ad una pulsione adolescenziale nostalgica, ma per orientare il senso della lotta politica che stiamo facendo ora da forza di governo: siamo passati dalla contestazione, che è il primo atto della rivoluzione, all’azione governativa.
Il Movimento è entrato nelle istituzioni, (come dicevano Casaleggio e Grillo), con l’obiettivo non di cambiare i volti dei politici, ma per cambiare radicalmente l’intero sistema.
Dalila Nesci
DIRETTA #ParoleGuerriere20: Quale #sviluppo? La Terza Rivoluzione Industriale e la crisi planetaria
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di Diego Antonio Nesci, Marco Guzzi e Dalila Nesci – In questi ultimi anni, e specialmente dopo la crisi finanziaria del 2007, ha ripreso forza un pensiero critico nei confronti dei modelli di sviluppo adottati dalle società neoliberiste. Ci stiamo rendendo conto, in modo sempre più forte, che l’idea stessa di una crescita industriale senza limiti non è coerente con la finitezza di alcune risorse del pianeta. Inoltre i dissesti ambientali ci segnalano che un consumo crescente di energie non rinnovabili e l’inquinamento spaventoso dell’aria, dei mari, e della terra, ci aprono dinanzi scenari apocalittici. In tal senso il grande sociologo tedesco Ulrich Beck parla esplicitamente di capitalismo suicidario.
Un’economia del mero profitto, della crescita a tutti i costi del PIL, e quindi della riduzione a merce di ogni cosa, e perfino del lavoro e del corpo dell’uomo, ci si appalesano senza più schermi come semplicemente devastanti. Questa devastazione d’altronde non coinvolge soltanto l’ambiente naturale terrestre, ma anche l’ambiente culturale, riducendo le culture e la stessa civiltà umana ad una sorta di supermercato sfruttato da una oligarchia sempre più ristretta ai danni del 99% della popolazione mondiale.
Urge di conseguenza una rivoluzione culturale e democratica molto complessa che da una parte ripensi i concetti stessi di sviluppo, di progresso, e di prosperità, elaborando progetti economici che si basino su energie rinnovabili e su finalità di benessere collettivo, e dall’altra aiuti gli esseri umani a crescere in questa nuova direzione evolutiva, liberandosi progressivamente dalle proprie tendenze distruttive e predatorie.
20esimo appuntamento con “Parole Guerriere Seminari Rivoluzionari a Montecitorio” giovedì 11 aprile alle 16.30, nell’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, in via di Campo Marzio 78, a Roma. Interverranno il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, il Vice Premier e Ministro del MISE e del MLPS Luigi Di Maio, il Ministro del MATTM Sergio Costa, la Deputata del MoVimento 5 Stelle Dalila Nesci e il Poeta e Filosofo Marco Guzzi. Con la partecipazione straordinaria, attraverso un contributo video inedito, di Jeremy Rifkin economista americano di fama mondiale.
#PG: “Serve un Pensiero Originale e veramente Trasversale in grado di alimentare una Rivoluzione Politica: Permanente, Democratica, Pacifica e Gioiosa.”
Qui il sito dedicato: http://www.paroleguerriere.info/
ARRIVA IL DECRETO CALABRIA
Il 18 aprile verrà presentato nel Consiglio dei Ministri il DECRETO CALABRIA!
Un passo importante per arginare l’incapacità della politica regionale di gestire la sanità.
Un passo importante per la Calabria, soffocata dai miasmi di una corruzione sfacciata e dilagante; un passo importante per l’Italia, dilaniata dalle profonde disuguaglianze che, in materia di sanità, dividono le Regioni del Nord da quelle del Sud.
Un Decreto per riportare giustizia, legalità e pieno rispetto dei diritti fondamentali per ogni cittadino calabrese, che oggi soffre a causa di un sistema irresponsabile, che si fortifica a danno dei più deboli.
Continuiamo a lavorare, ad impegnarci con tenacia e lungimiranza, per la SALUTE dei nostri concittadini. Abbiamo iniziato la rivoluzione, continuiamo a sostenere questa coraggiosa azione di governo.
CALABRIA: EPICENTRO DELLA BORGHESIA MAFIOSA IN SANITA’?
Sì, ma con l’aiuto del Governo Conte possiamo avviare la rivoluzione, nonostante le resistenze del Governatore Regionale! Oggi l’ultima inchiesta giornalistica che denuncia il profondo degrado economico e strutturale della sanità in Calabria.
Una “borghesia” mafiosa che, forte di alcuni medici, infermieri e dirigenti aziendali conniventi, svolge, dalla Calabria alla Lombardia, un’accurata opera di mediazione tra ‘ndrangheta e sanità, ai danni della società civile.
Un nuovo modus operandi delle ‘ndrine, le cui operazioni criminali, tramite la mafia dei colletti bianchi, trovano il loro epicentro in Calabria.
Una gestione intenzionalmente fraudolenta della cosa pubblica, che trova riscontro nella fumosità della gestione contabile delle Aziende sanitarie, i cui bilanci non risultato approvati dal 2013. Come mai Kpmg, la multinazionale che fa i conti, non si era accorta di nulla? Ed il collegio dei revisori? Noi del M5s, da semplice forza di opposizione in Parlamento e senza alcun rappresentante dentro la Regione Calabria abbiamo denunciato tutto e battagliato fin dal 2013. Abbiamo svelato l truffato del commissariamento e le connivenze di politica e ministeri in molti casi.
Un tesoro inabissato quello della sanità calabrese e sottratto alla comunità, trasformato in un deficit sanitario così elevato da aver superato, nel 2018, l’ammontare dell’intero gettito fiscale regionale.
Una gestione criminale che trova riscontro, ancora, nell’opacità delle gare d’appalto, spesso trasformate in affidamenti diretti a società già interdette per attività mafiosa.
Una capillare rete delinquenziale che, secondo l’attuale Sub Commissario Thomas Schael (nominato dal Governo Conte insieme al Commissario Cotticelli), si abbevera allo stesso sistema di politica locale che dovrebbe combatterlo.
Un’evidenza che avevamo già colto da tempo, nei panni del Presidente di Regione Oliverio ed ancor prima gli ex governatori Scopelliti e Loiero.
Oliverio, in particolare, continua imperterrito a mentire sull’attuale disavanzo finanziario del settore sanitario in Calabria che, raggiungendo i 160 milioni di euro, rimanda al blocco delle assunzioni nella sanità regionale fino al 2020 e all’aumento delle tasse per i cittadini.
Prendendo atto del dissesto economico emerso dalle indagini ed in ultimo con lo scioglimento e quindi Commissariamento per mafia dell’Asp di RC, la Ministra Giulia Grillo si è fatta garante del monitoraggio e della risoluzione di queste problematicità: tramite il Decreto Calabria, che presto passerà al vaglio dei Consiglio dei Ministri, verrà costruita l’impalcatura amministrativa che conserità di tutelare i livelli essenziali di assistenza sanitaria nella regione, per impedire che i cittadini siano ulteriormente gravati dai disservizi che li costringono ad emigrare per ricevere cure idonee. A pagare dovrà essere la politica ed il management inadempiente e collusa, non i pazienti calabresi.
Oliverio non merita di ricoprire un ruolo di così delicata rilevanza sociale: le nomine ad hoc, l’illegalità diffusa, lo rendono indegno di tale carica.
Con lui, tutti i vertici dell’Amministrazione sanitaria che ancora spera di ricollocarsi strategicamente ai posti di comando.
Ma l’azione di governo è salda: ripristinando le regole senza cui il malaffare dilaga, presto verrà consentito solo ai Commissari governativi scegliere i Direttori Generali delle Aziende sanitarie, ritirando tale potere dalle mani di chi, consapevolmente, agisce o ha agito senza lungimiranza e senso di responsabilità.
IL DISASTRO DELLA SANITA’ CALABRESE: LA MINISTRA GRILLO ANNUNCIA SERI PROVVEDIMENTI
160 milioni di euro annui: a tanto ammonta il deficit di bilancio del servizio sanitario in Calabria. Lo ha confermato il Tavolo interministeriale di verifica del piano di rientro dal disavanzo nella regione, che si è riunito ieri presso il Ministero della Salute.
Quello che afferma la Ministra Giulia Grillo è la prova che ciò contro cui abbiamo lottato in questi anni rappresenta un vero cancro per il settore sanitario e la collettività calabrese.
“Quando spendi più degli altri, dovresti poter offrire servizi migliori”, invece, sottolinea la Ministra, il punteggio dei Livelli Essenziali di Assistenza in Calabria è pietosamente sotto la soglia minima di 160, in stallo a 136.
Una responsabilità che il Ministero della Salute addossa totalmente all’insana, fraudolenta e incapace gestione del governo regionale di Mario Oliverio, e di tutto il management sanitario da lui opportunamente e strategicamente collocato.
Evitare che i calabresi paghino ancora i costi della politica dell’irresponsabilità: questo l’obiettivo che la Ministra ha annunciato di voler tenacemente perseguire.
Come già annunciato, il Ministero della Salute sta predisponendo un apposito Decreto, il Decreto Calabria, per porre un freno all’illegalità diffusa e alle infiltrazioni malavitose che insidiano e minacciano l’intero sistema sanitario calabrese.
Pericoli i cui effetti si ripercuotono costantemente, ed esclusivamente, su cittadini indifesi, che si trovano costretti ad emigrare al Nord, per poter godere dell’assistenza sanitaria negatagli nel luogo d’origine.
Non servono a nulla gli assurdi tentativi dell’Amministrazione Oliverio di negare quanto le nostre approfondite ricerche hanno fotografato: una situazione di profondo degrado, a cui artificiosamente hanno cercato di cambiare i connotati.
Basta illudere i calabresi! Basta perpetuare campagne elettorali propagandistiche e lesive della comunità! Basta sottrarre alla Calabria il proprio diritto alla salute!
TRASPARENZA IN SANITA’: LA CAMERA APPROVA IL SUNSHINE ACT
Un altro passo avanti per riportare la #trasparenza in sanità! Dopo l’iter in Commissione Affari Sociali, oggi la Camera ha approvato il #SunshineAct, una proposta di legge che regola i conflitti di interesse tra medici e industrie.
Ma cos’è di preciso il Sunshine Act?
Prima di tutto, il Sunshine Act ha lo scopo di prevenire e contrastare i fenomeni di corruzione e degrado amministrativo, rendendo trasparenti le informazioni sui legami tra le aziende farmaceutiche e coloro che operano nel settore della salute.
Saranno noti, quindi, i medici che concorrono in maniera trasparente col settore privato nel campo della formazione continua e delle terapie avanzate dai costi molto elevati.
Nel fare ciò, non aumenta la burocrazia sanitaria per la categoria medica, perché gli unici adempimenti formali e burocratici sono di competenza dell’industria sanitaria.
In più, la nuova norma non allontanerà i medici dai pazienti: al contrario, essa mira a rafforzare il rapporto di fiducia che tra questi intercorre, al fine di scongiurare ogni illegittima accusa di connivenza. Non intende quindi criminalizzare, ma piuttosto eradicare i conflitti di interesse grazie ad un sistema che renda visibili e accessibili i dati per tutti a 360°.
Però, questa proposta non vuole pubblicizzare i pagamenti dei pazienti a favore dei medici, ma solo delle società che LEGITTIMAMENTE fanno profitto nel settore sanitario.
Quindi, non rende pubbliche le dichiarazioni dei redditi dei professionisti, ma solo le informazioni riguardanti eventuali erogazioni liberali, consulenze, spese per convegni, regali o benefit ricevuti dal marketing sanitario.
Infine, è bene sottolineare che questo disegno di legge non si rivolge solo ai medici, ma a tutte le figure sanitarie ed amministrative coinvolte nei processi burocratici e di risk management.
Insomma, il Sunshine Act è un progetto che obbliga a considerare #TRASPARENZA e #SALUTE come beni #collettivi che contribuiscono al rispetto della cultura delle istituzioni, dello Stato, dei beni comuni e dell’intera #Sanità Italiana.
Ancora complimenti al mio collega Massimo Baroni che è l’estensore di questo Rivoluzionario testo di legge.
CALABRIA: OLIVERIO TENTA ANCORA DI ALLUNGARE LE MANI SULLA SANITA’?
Pare che il governatore Mario Oliverio voglia accelerare sulla nomina dei nuovi direttori generali delle Aziende del Servizio sanitario calabrese, in modo da anticipare il decreto del governo, che consentirebbe alla struttura commissariale di azzerare gli attuali vertici e di sostituirli con nuovi manager estranei al solito circuito della politica regionale. Insieme al collega M5S in Commissione Sanità Francesco Sapia, riconosciamo, in questo atto, l’ultimo tentativo del Presidente della Regione Calabria di controllare la gestione sanitaria, che, con i commissari e direttori generali che ha finora scelto, registra un vertiginoso aumento del disavanzo, passato dai 30milioni annui del 2014 ai quasi 200milioni all’anno di oggi. Oltretutto, con le nomine di Oliverio si sono avuti vari problemi gestionali, non ultima la caduta dei Livelli essenziali di assistenza. Ci riferiamo, per esempio, a concorsi per posti non autorizzati dalla struttura commissariale e dunque poi revocati, a incarichi conferiti a professionisti dal cui curriculum non è emerso il possesso dei requisiti richiesti dalla legge, e al mantenimento in servizio di medici, dipendenti di Aziende di altre regioni, vincitori di concorsi a primario in seguito annullati dal giudice del lavoro. Al contrario di quanto si dice in giro, non è vero che si siano dimessi gli attuali commissari delle Aziende del Servizio sanitario della Calabria, giusto per dare un’informazione corretta ai cittadini. È invece vero che costoro sanno bene che presto verranno rimpiazzati da altri, con provvedimento dei commissari del governo, Saverio Cotticelli e Thomas Schael.
IN EMILIA-ROMAGNA PARTE LA PRIMA MISSIONE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA
Insieme ai colleghi M5S Stefania Ascari, Giovanni Endrizzi e Luca Migliorino, inauguriamo oggi la prima missione della Commissione Antimafia, che si svolgerà in Emilia Romagna tra Bologna, Reggio Emilia e Modena.
Abbiamo scelto proprio l’Emilia per contribuire a fare sempre più luce sul fenomeno del radicamento delle mafie in questa regione e per far sì che tutto il Nord non ripeta lo stesso errore compiuto anni fa da questa comunità, che ha totalmente sottovalutato il fenomeno delle infiltrazioni e del radicamento mafioso nella società e nell’economia. Una sottovalutazione ricordata ieri con forza anche da Nicola Gratteri che in questi giorni parteciperà al festival culturale ‘Noi contro le mafie’ organizzato in provincia di Reggio Emilia. Come ricordato ieri, dieci anni fa, quando Gratteri lanciò l’allarme sul radicamento della ‘ndrangheta a Reggio Emilia e in Emilia Romagna, venne snobbato e insultato dai politici e rappresentanti di associazioni d’impresa emiliane dell’epoca. Oggi tutti vedono che cosa sta accadendo ogni giorno al Nord con inchieste e arresti che collegano mafie ed economia. L’ultimo segnale è di ieri, con i tre condannati nel processo Aemilia coinvolti a Verona in frodi fiscali da 10 milioni di euro.
Foto tratta da Parmareport
PORTO GIOIA TAURO: SIGLATO NUOVO ACCORDO PER IL RILANCIO
Una grande notizia per la Calabria e l’Italia intera: ieri, il Ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, dopo un’efficace opera di mediazione, ha annunciato la firma dell’accordo tra Medcenter Container Terminal (MCT) e Mediterranean Shipping Company (MSC) per il rilancio del porto di Gioia Tauro. Un traguardo cruciale per l’economia del nostro Sud: per la sua posizione strategica, nel cuore del Mediterraneo, il porto di Gioia Tauro rappresenta uno snodo fondamentale per le operazioni di transhipment in Italia.
Attraverso questo storico accordo, abbiamo impedito che il volume degli scambi commerciali e dei container movimentati a Gioia Tauro continuasse a calare, scongiurando il rischio paralisi e mettendo al sicuro centinaia di posti di lavoro.
Contship Italia, che gestiva il 50% delle attività presso il terminal container nel porto di Gioia Tauro, ha ceduto le proprie quote in MCT a MSC di Gianluigi Aponte.
Come sottolinea il Ministro Toninelli, Aponte si impegna a “rilanciare il porto con decine di milioni di euro di investimenti”, salvando centinaia di posti di lavoro, con l’obiettivo di rafforzare uno scalo fondamentale per la crescita economica del Sud e del Paese.
Rilanciare Gioia Tauro significa anche diminuire lo spazio di manovra della criminalità organizzata, in nome di una gestione dello scalo più trasparente ed efficace, votata al benessere del territorio e dei cittadini.