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NESCI : AL LAVORO PER SUPERARE PIANI DI RIENTRO IN REGIONI COMMISSARIATE

“Ciascun Presidente di Regione è soggetto istituzionale responsabile della gestione dell’emergenza Covid-19 come da Decreto del comandante della Protezione civile. Ma nelle regioni commissariate e che perseguono gli obiettivi del piano di rientro, come la Calabria, si sono rilevati gravi vuoti di potere e conflitti di competenza nella gestione dell’emergenza sanitaria”. Lo dichiara la deputata del MoVimento 5 Stelle e componente della commissione Affari Sociali e sanità alla Camera, Dalila Nesci, durante la sua interpellanza urgente al ministero della Salute che si è tenuta oggi in Aula a Montecitorio.
“I vincoli imposti dal Piano di rientro inoltre, non consentono la realizzazione di rapide misure di contrasto fondamentali per gestire l’assistenza sanitaria nell’emergenza, come ad esempio il reclutamento urgente di personale sanitario e la loro stabilizzazione. Problematica sui cui il governo si è già impegnato accogliendo un ordine del giorno a mia prima firma al Cura Italia, valutando l’opportunità di sospendere i Piani di rientro. Proseguiamo oggi più che mai per dare la possibilità a queste Regioni di agire nell’interesse e nella tutela della salute dei cittadini abbandonando ogni vincolo figlio della vecchia austerity”.

NESCI (M5S): OPPOSIZIONI SIANO COLLABORATIVE, SI LAVORI IN PARLAMENTO

@9colonne Roma, 12 mag – “I motivi che hanno portato alcuni boss mafiosi a usufruire del differimento della pena oppure delle detenzioni domiciliari sono da ricercare nell’articolato sistema di responsabilità e soprattutto nella gestione dell’assistenza sanitaria dei detenuti. Non possiamo licenziare facilmente queste vicende”. Cosi Dalila NESCI, componente della commissione Antimafia alla Camera del Movimento 5 Stelle, intervistata da 9colonne. “Credo – spiega – che la sfiducia al ministro Bonafede, da parte delle opposizioni, sia altamente strumentale e semplifichi un problema molto complesso di cui il Parlamento, insieme al governo, si deve fare carico”. NESCI auspica che “le opposizioni, all’interno della commissione antimafia dove si stanno facendo approfondimenti e proposte normative, così come durante la conversione in legge del nuovo decreto voluto dal guardasigilli, siano collaborative”. Infatti, secondo la parlamentare grillina “le attività normative dentro il Parlamento e al Governo possono davvero portare ad una maggiore attenzione e verifica delle procedure che portano poi per ragione di salute, anche in questa emergenza sanitaria, alle cosiddette ‘scarcerazioni dei boss’. C’è molto lavoro da fare – conclude – facciamolo in Parlamento”.

SANITA’: VERSO LA SOSPENSIONE DEI PIANI DI RIENTRO

Venerdì scorso, durante la conversione in legge del Decreto Cura Italia, è stato approvato alla Camera un Ordine del Giorno su mia proposta, con il quale si impegna il Governo a valutare la sospensione dei piani di rientro delle regioni commissariate per tutta la durata dell’emergenza COVID-19.

Il decreto dispone infatti di un incremento di 1,4 miliardi di euro del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale sia per il potenziamento del SSN sia per gli specifici interventi di contrasto alla pandemia, per la cui gestione ogni Regione dovrà redigere un apposito programma operativo. Secondo quanto stabilito dal Capo della Protezione Civile i soggetti attuatori delle misure anti COVID-19, per ogni SSR, sono proprio i Presidenti delle Regioni.

Ho però voluto porre all’attenzione del Parlamento che sette regioni rimangono ancora sottoposte a piano di rientro dal deficit sanitario finalizzato al riequilibrio dei conti (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise Puglia e Sicilia), due delle quali sono peraltro commissariate (Calabria e Molise). Soprattutto in queste realtà si rilevano gravi vuoti di potere e conflitti di competenza nella gestione della emergenza sanitaria. Il Commissario straordinario per la sanità calabrese, Gen. Dott. Saverio Cotticelli, ad esempio, ha pubblicamente affermato di non avere prodotto alcun decreto commissariale relativo al contrasto all’emergenza COVID-19 in quanto ritiene tale incombenza propria del soggetto attuatore, cioè del Presidente della Regione.

I vincoli imposti dal piano di rientro, a mio avviso, non consentono la realizzazione di rapide ed urgenti misure di contrasto alla pandemia come il reclutamento di personale sanitario, l’attività di prevenzione sul territorio, i percorsi di telemedicina attraverso la rete dei MMG (medici di medicina generale) ed i pediatri di libera scelta, nonché l’assistenza domiciliare.

Ho ritenuto pertanto doveroso che il Governo si impegnasse a rimuovere ogni vincolo o parametro restrittivo che non consenta azioni di contrasto al COVID-19, sospendendo subito i piani di rientro e il commissariamento nelle regioni interessate. Solo in questo modo sarà possibile consentire agli organi preposti di procedere alle assunzioni straordinarie di personale medico e infermieristico relativamente alle necessità collegate all’emergenza.

OdG Sospensione piani di rientro

  La Camera,

   premesso che:

    l’articolo 18 del provvedimento all’esame dispone un incremento di 1.410 milioni di euro del livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard sia in relazione agli interventi previsti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale di cui al Titolo in esame (750 milioni), sia in relazione agli interventi di contrasto alla emergenza COVID-19 previsti dalle corrispondenti misure del decreto-legge 14/ 2020 (660 milioni), ora assorbite dal decreto in esame;

    il citato articolo 18 precisa altresì che ciascuna regione è tenuta a redigere un apposito Programma operativo per la gestione dell’emergenza COVID-19 da approvarsi da parte del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell’economia, e delle finanze e da monitorarsi da parte dei predetti Ministeri congiuntamente;

    già in data 27 febbraio 2020 sono stati emanati i decreti del Capo del Dipartimento della Protezione Civile con i quali si individuano, per tutte le Regioni (comprese le regioni commissariate, Calabria e Molise), i Presidenti delle regioni soggetti attuatori delle misure correlate all’emergenza, ai sensi dell’articolo 1, comma 1, dell’ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 630 del 3 febbraio 2020;

    è evidente che, per talune regioni, l’emergenza sanitaria da COVID-19 si è sovrapposta alla straordinarietà della gestione correlata ai disavanzi dei piani sanitari; i Piani di Rientro (PdR) sono finalizzati a verificare la qualità delle prestazioni sanitarie ed a raggiungere il riequilibrio dei conti dei servizi sanitari regionali. Attualmente, le regioni in PdR sono sette (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise Puglia e Sicilia) e due delle quali sono commissariate (Calabria e Molise);

    nelle regioni commissariate, in particolare, si rilevano gravi vuoti di potere e conflitti di competenza nella gestione della emergenza sanitaria, tanto che il Commissario straordinario per la sanità calabrese, Gen. Dott. Saverio Cotticelli, ha pubblicamente affermato di non avere prodotto alcun decreto commissariale relativo al contrasto all’emergenza COVID-19 in quanto ritiene tale incombenza propria del soggetto attuatore succitato;

    i vincoli imposti dal piano di rientro non consentono la realizzazione di rapide misure di contrasto fondamentali per gestire l’emergenza tra le quali, in via prioritaria, l’urgente reclutamento di personale sanitario o un’efficace attività di prevenzione sul territorio, percorsi di telemedicina attraverso la rete dei MMG (medici di medicina generale) ed i pediatri di libera scelta, nonché l’assistenza domiciliare;

    appare dunque necessario, quanto meno per tutta la durata dell’emergenza COVID-19, rimuovere ogni vincolo o parametro restrittivo che non consenta azioni di contrasto alla COVID-19, sospendendo i piani di rientro dal defict sanitario e il commissariamento nelle regioni interessate, soprattutto al fine di consentire agli organi preposti di procedere alle assunzioni straordinarie di personale medico e infermieristico sulla base del fabbisogno rilevato dalle aziende del Servizio Sanitario Regionale, relativamente alle necessità collegate all’emergenza COVID-19,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di intervenire per sospendere i piani di rientro delle regioni interessate, consentendo, in modo paritario, a tutte le regioni di agire come soggetti attuatori dell’emergenza COVID-19.

9/2463/148. Nesci, Lorefice, Bologna, Nappi, Sportiello, D’Arrando, Ianaro, Menga, Lapia, Provenza, Massimo Enrico Baroni, Mammì, Sarli.

Deputata Dalila Nesci

‘FASE 2’, OK. MA ABBIAMO CAPITO LA LEZIONE DELLA ‘FASE 1′? FELTRI, AD ESEMPIO, NON LA CAPIRA’ MAI!

Nella diretta Fb di oggi mi sono concentrata su alcune migliorie da apportare nel “decreto liquidità” e nella gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19. Inoltre, ho detto cosa penso sulle scarcerazioni di alcuni detenuti e sulle nomine governative delle società partecipate di Stato.

Nel decreto liquidità bisogna mantenere i controlli antimafia e concedere liquidità alle imprese senza valutazioni bancarie che renderebbero impossibile qualsiasi finanziamento soprattutto a chi era già in difficoltà prima della pandemia.

Nella gestione dell’emergenza alcuni Sistemi sanitari regionali, come la Lombardia, sono collassati velocemente a causa della pandemia e del ritardo degli aiuti governativi nella distribuzione di DPI, ma anche a causa di incapacità del management sanitario e delle amministrazioni regionali. Non c’è da fare scarica barile ma una lucida analisi, senza sconti per nessuno, proprio per poter affrontare il futuro.

Bisogna fare luce sulle scarcerazioni di alcuni detenuti per reati di mafia ed in particolare su due punti:

  • capire se ci sono stati casi in cui i Tribunali di sorveglianza abbiano concesso i domiciliari violando le leggi;
  • verificare se il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) abbia adottato tutte le misure di sicurezza, i presidi sanitari e le modifiche organizzative necessari a fronteggiare l’emergenza sanitaria.

Su questo faremo luce in Commissione parlamentare antimafia per la quale abbiamo chiesto una celere convocazione. Perché, se c’è chi ha sbagliato dovrà pagare e soprattuto se ci sono falle nella normativa interverremo. Il Ministro Bonafede, proprio ieri, ha dichiarato di avere già avviato sue verifiche a riguardo. Vedremo. Non bisogna arretrare su questo punto, soprattutto dopo le strumentali rivolte all’interno delle carceri italiane.

E’ chiaro che la ri-conferma dei vertici delle aziende partecipate di Stato quotate in borsa da parte dei rappresentanti del Governo M5S-PD-IV ha generato disillusione in chi come me e molti altri si aspettavano cambiamenti epocali. Ha fatto più rumore di altri tante altre la nomina di De Scalzi, ma c’è da ragionare ad ampio spettro e non fermarsi alla sola “contestazione”. Bisogna fare i conti con chi ancora avalla compromessi politici al ribasso ed anche con il fatto che, forse, in Italia abbiamo un problema nella ricerca e selezione di top manager. Bisogna creare i presupposti per il rinnovo della classe politica e manageriale di alto livello, altrimenti saremo fagocitati dalla mediocrità. A quel punto guardare il nostro ombelico ci sembrerà il centro del mondo!

Ah dimenticavo, il direttore Feltri! Il suo quotidiano “a ruota Libero” ed i suoi ripetitivi, quanto ignobili, insulti ai meridionali…

Guardate il video della mia diretta qui–>


#NoPropaganda #ParoleGuerriere

NOI SIAMO L’ITALIA, CONTE E GUALTIERI NON LO DIMENTICHINO. NO MES!

Il Presidente del Consiglio Conte ed il Ministro dell’Economia Gualtieri si ricordino in ogni istante che NOI SIAMO L’ITALIA. Nessuno può approfittarsi della nostra condizione per ipotecare anche il futuro economico del Paese.
Le Camere sono sovrane, non avete la maggioranza per trattare di MES.
Cosa non capite di #NoMes? No Mes vigente, no Mes riformato, no Mes anche “senza condizionalità”.
Eravamo contrari alla costituzione del MES, lo siamo oggi alla sua draconiana riforma. Non lasceremo che l’Italia vada a mendicarne i finanziamenti.
Il MES è uno strumento pensato per crisi asimmetriche di singoli Paesi che, avendo perso la fiducia dei mercati per “mala gestio”, sono costretti a ricorrervi rinunciando alla propria autonomia politica. Ma questa è una pandemia, uno shock avverso, esogeno e simmetrico che COLPIRA’ inevitabilmente TUTTA EUROPA. E, per giunta, la sua dotazione è assolutamente insufficiente per rispondere alle attuali necessità del nostro Paese.
Le “condizionalità” previste dal suo Statuto – che ora sembrerebbero così semplici da abrogare – sono la ragione stessa della sua esistenza.
Dubitiamo fortemente che chi ha imposto la Troika ad Atene invierebbe a Roma i Re Magi!
La massiccia iniezione di liquidità prospettata dalla BCE e la sospensione delle regole del patto di stabilità decisa dall’Ecofin vanno invece nella direzione giusta. Ma non basta! Questa liquidità deve arrivare all’ECONOMIA REALE. Possiamo spendere e dobbiamo farlo per comprare subito ventilatori, mascherine, tamponi, assumere medici, sostenere le imprese, aiutare le famiglie.
Ecco allora che la strada maestra è già tracciata: la Banca Centrale Europea deve diventare prestatore di ultima istanza degli Stati nazionali e monetizzare, in questo frangente, tutto il nuovo debito che sarà emesso per far fronte alla crisi.
Quando l’ultimo focolaio sarà sopito, dovrà però svegliarsi una nuova Europa.
L’austerity, i paletti, le condizionalità dovranno lasciare il posto alla democrazia, alla fratellanza, alla solidarietà tra tutti i suoi popoli. Altrimenti NON CI SARA’ PIU’ UN’EUROPA, la STORIA e i POPOLI troveranno altre strade per COOPERARE e PROSPERARE.

MANDATO CHIARO AL GOVERNO: LA BCE CREI LIQUIDITA’ PER SANITA’, FAMIGLIE E IMPRESE.

La crisi sanitaria in corso è senza pari, in Italia, in Europa, nel mondo.

In questa guerra contro un nemico invisibile e spietato, non siamo che la trincea, l’avanguardia dell’Occidente. Ma dietro di noi c’è un intero sistema economico, fondato sul neoliberismo e sulla globalizzazione, che ora si è rinchiuso in casa e trema.

Non eravamo preparati, nessuno lo era.

Ma ora dobbiamo rimanere saldi e trovare un nuovo equilibrio.

Se per salvaguardare la salute di milioni di cittadini è necessario chiudere temporaneamente ogni attività non essenziale – benché per ogni lavoratore sia essenziale la propria attività – è doveroso trovare risorse sufficienti e strumenti idonei per garantirne anche la sussistenza.

La massiccia iniezione di liquidità prospettata dalla #BCE e la sospensione del patto di stabilità proposta dalla Commissione Europea vanno senz’altro nella direzione giusta.

Possiamo spendere in deficit e dobbiamo farlo in maniera ancora più massiccia per comprare ventilatori, assumere medici, sostenere le imprese, aiutare le famiglie.

Ritengo complessa e marginale, ora, la questione dell’emissione di #eurobond emergenziali: sarebbe infatti necessaria l’unanimità nel consesso europeo per modificare i trattati. E per raggiungere l’unanimità occorre tempo, troppo, per un frangente come questo.

Qualora, invece, la proposta di emettere i c.d. “Corona-bond” attraverso il #MES fosse un modo per nascondere surrettiziamente una volontà eterodiretta di assoggettare il nostro Paese alla #Troika, allora è nostro dovere rispondere chiaramente e subito: non lo vogliamo!

Il #MES è uno strumento pensato per crisi asimmetriche di singoli Paesi che, avendo perso la fiducia dei mercati per “mala gestio”, sono costretti a ricorrervi rinunciando alla propria autonomia politica. Ma questa è una pandemia, uno shock avverso ed esogeno che colpirà inevitabilmente tutta Europa.

E per giunta la dotazione del MES è assolutamente insufficiente per rispondere alle reali necessità dei Paesi dell’eurozona: i circa 700 mld a disposizione basterebbero forse solo per sostenere la nostra economia nel 2020, tra rinnovo dei titoli in scadenza, crollo delle entrate fiscali e aumento di spesa pubblica per le misure anti-coronavirus.

Ecco allora che la strada maestra è l’emissione di moneta da parte della #BCE. La Banca Centrale deve diventare prestatore di ultima istanza degli Stati nazionali e monetizzare, in questo frangente, tutto il nuovo debito che sarà emesso per far fronte alla crisi.

Pensare ancora che il suo obiettivo debba essere confinato alla stabilità dei prezzi e al target del 2% d’inflazione è anacronistico e, mi sembra, di stampo ideologico.

Mi unisco, inoltre, alla proposta del collega Stefano Fassina – e di altri numerosi economisti italiani (v. appello di ieri su “MicroMega”)- che suggerisce di trasformare in perpetual bond senza interessi i 400 miliardi di titoli di Stato italiani attualmente nelle casse della BCE. La manovra dovrebbe ovviamente essere estesa a tutti i titoli Statali europei che la Banca Centrale ha acquistato a seguito del QE di Draghi. Questo farebbe contrarre sensibilmente i debiti nazionali.

Se non si procede su questa direzione si rischia in pochi mesi, tra emissione di nuovo debito e contrazione dell’economia, di raggiungere un rapporto debito/PIL di oltre il 170%.

E’ un numero che non possiamo permetterci!

La scelta di trasformare i titoli del QE in perpetuity sarebbe poi presa a maggioranza dal board della Banca Centrale e non necessiterebbe una modifica all’unanimità dei trattati.

E per quanto concerne il MES la soluzione è sempre la stessa… liquidarlo!

Il Governo deve avere un mandato preciso dal Parlamento per le scelte da intraprendere in sede europea.

SCANDALOSA LAGARDE, #BCE AIUTI GLI STATI NAZIONALI E DIVENTI PRESTATORE DI ULTIMA ISTANZA

La nuova presidente della #Bce, Christine #Lagarde oggi ha dichiarato che non e’ compito della Bce ridurre lo #spread. E’ da irresponsabili questa uscita.
E’ in atto un grave shock economico che può essere contrastato solo con una vera e subitanea iniezione di liquidità.
Anche il mercato sembra capire che, in questi casi, servono decisioni politiche prese dai governi nazionali e non dal board tecnocratico di una banca centrale che è tale sono nel nome ma che, in realtà, non ha la giusta “cassetta degli attrezzi” per intervenire in queste circostanze.
Bisogna consentire alla BCE, seppur in via temporanea, di intervenire sul mercato primario e comprare subito titoli di Stato italiano.
La BCE deve diventare prestatore di ultima istanza degli Stati nazionali viste le circostanze straordinarie che stiamo vivendo, se non ora quando?
Vogliamo un’Europa vicino agli italiani, altrimenti non è #Europa. Vogliamo un progetto politico europeo solidale altrimenti è solo speculazione ai danni di qualche Stato. E’ per questo che urge chiudere la Borsa: per non esporre l’Italia a ulteriori speculazioni inaccettabili.

POTENZIARE LE MISURE ANTI-CONTAGIO NEGLI OSPEDALI

Come mio dovere, mi sto interfacciando continuamente con le dirigenze delle aziende sanitarie ed ospedaliere per riportare le difficoltà che medici e personale sanitario stanno sopportando in questa emergenza sanitaria in corso.

Oggi, con il collega Sapia, abbiamo scritto formalmente ai Commissari alla Sanità calabrese, ai vertici delle aziende pubbliche della salute e a tutti i dirigenti sanitari chiamati a gestire l’emergenza “coronavirus”, di attivare e/o ampliare tutte le possibili misure di prevenzione atte ad evitare nuovi contagi in ambienti ospedalieri e, più in generale, sanitari del SSR, senza mai tralasciare alcun aspetto all’uopo essenziale, anche al fine di corroborare le misure di contenimento decretate dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

La nota in questione nasce dal fatto che da più parti ci è stata segnalata la carenza di tamponi e dispositivi di protezione individuale negli ospedali calabresi.

Inoltre ci è stata rappresentata una mancanza, in senso lato, di adeguati percorsi per l’assistenza sanitaria in questa delicata fase di emergenza da “coronavirus”. Ci sarebbero anche, per quanto riferitoci, passaggi di personale e pazienti, gli uni e gli altri non sufficientemente protetti, da tende pre-triage a sale tac e altri locali ospedalieri, nonché spostamenti di medici da strutture con contagiati a unità operative di altri presìdi.

E’ indispensabile controllare l’intero svolgimento delle attività sanitarie, anche garantendo puntuali sanificazioni degli ambienti, sul presupposto che proprio nelle sedi ospedaliere e della medicina del territorio possono svilupparsi maggiori contagi, se, con ogni difficoltà per l’emergenza in atto, non vengono disposte tutte le misure di tutela della salute del personale e dei pazienti.

Suggeriamo, infine, allo scopo di agevolare il lavoro del personale sanitario in trincea, di trasmetterne i relativi nominativi e orari di lavoro alle forze dell’ordine preposte, sui territori, ai controlli in merito agli spostamenti dentro i Comuni e al di fuori.