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FIGLI DI ‘NDRANGHETA? SIANO “LIBERI DI SCEGLIERE”

«Il 99% dei bambini nati nelle famiglie di ‘ndrangheta diventerà a sua volta uno ‘ndranghetista»: parola del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ha fatto della lotta alla criminalità organizzata la missione fondamentale del suo impegno civile e professionale.
Il ritrovamento, nell’abitazione di uno degli arrestati per l’omicidio del giovane Salvatore Battaglia, lo scorso settembre, di un kalashnikov giocattolo, destinato al proprio nipote, offre uno spaccato terrorizzante sul clima in cui tutti i giovani, ed in particolare minori, che crescono in famiglie di ‘ndrangheta, sono immersi quotidianamente.
Forte di un sistema culturale anti-sociale rigorosamente tramandato di generazione in generazione, la criminalità organizzata educa questi ragazzi alle logiche della paura, della sopraffazione, dell’illegalità, della violenza, condannandoli ad un futuro già segnato da dolore e, spesso, morte.
Ai giovani viene insegnato che non esiste alternativa, che non possono far altro che camminare nel solco tracciato dai padri prima di loro.
Imparano così a vivere nel sospetto, nella paura, nell’omertà, nella violenza, e a trasmettere, naturalmente, questo pesante bagaglio anche ai propri figli.
Oggi, tuttavia, sappiamo che la ‘ndrangheta può non avere l’ultima parola: l’egregio lavoro svolto dal Presidente del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, Roberto di Bella, attraverso il progetto “Liberi di Scegliere”, ci dimostra che è possibile dare a questi giovani, e a quanti, tra quei genitori, desiderino dissociarsi dalle logiche criminali di riferimento, nuove opportunità di vita.
Attraverso l’elaborazione di nuovi percorsi di formazione personale, professionale e psicologica, i ragazzi e i propri familiari sono finalmente posti nelle condizioni di rivoluzionare il corso della propria vita.
Un compito tanto arduo quanto imprescindibile, che mi ha spinto a scendere in campo in loro difesa: la Proposta di Legge, a mia prima firma, presentata alla Camera lo scorso 8 agosto, ha l’obiettivo di estendere i meccanismi e le finalità del progetto “Liberi di scegliere” su tutto il territorio nazionale.
Il suo scopo è quello di istituire un solido modello di protezione sociale, educativa e giuridica, nonché di assistenza morale, materiale e psicologica a favore di minori che provengono da contesti di criminalità organizzata, la cui integrità, tanto fisica quando affettiva e psicologica, sia posta in serio pericolo dall’ambiente familiare in cui sono immersi.
Allo stesso tempo, la Proposta intende occuparsi anche dei genitori che desiderino dissociarsi da quelle stesse logiche di violenza, ed intraprendere un nuovo percorso di vita.
Solo attraverso un serio, mirato, lungimirante intervento proveniente dal cuore delle nostre Istituzioni potrà sostenere quella indispensabile rivoluzione culturale che il nostro Paese, ed in particolare il Sud, ha disperato bisogno di inaugurare.

‘ndrangheta nel vibonese: operazione storica.

Operazione antimafia storica quella di “Rinascita-Scott”, che dovrebbe far capire anche perché è così difficile nei nostri territori essere liberi dalle mafie, dalle reti clientelari ben radicate e dalla mala politica. La ‘ndrangheta ed i colletti bianchi stanno condannando la #Calabria allo spopolamento e alla povertà economica.
Oggi sono state efficacemente azzerate le cosche del vibonese legate alla famiglia Mancuso ed il lavoro coordinato da Nicola Gratteri della DDA di Catanzaro e dalle forze dell’ordine è prezioso.
Noi rappresentanti istituzionali ed esponenti delle forze politiche dobbiamo fare di più per sospingere una rivoluzione culturale che faccia da sponda alle azioni di repressione criminale.
Ringrazio tutti gli uomini e le donne di Stato, dalla magistratura alle forze dell’ordine, per questa maxi-operazione e per i sacrifici che fanno ogni giorno a tutela delle nostre libertà e dell’ordine pubblico.

CALABRIA, SANITÀ: NOMINE INAMMISSIBILI, VANIFICANO NOSTRO IMPEGNO PER GARANTIRE LEGALITÀ E SERVIZI

Se i parlamentari della maggioranza devono conoscere a mezzo stampa scelte cruciali del governo, significa che nel campo giallo-rosso persistono problemi seri, vuol dire che il nostro voto è utilizzato soltanto per fare numero e che le nostre battaglie sui territori vengono ignorate dall’esecutivo Conte. La Calabria non merita un simile comportamento. Ci riferiamo, insieme al collega Francesco Sapia, alle indiscrezioni stampa circa l’autorizzazione, da parte del Consiglio dei ministri al ministro della Salute, a nominare i due soggetti già indicati dai commissari alla Sanità calabrese per la guida dell’Asp di Cosenza e dell’ospedale di Reggio Calabria, benché privi della necessaria esperienza in materia di gestione e organizzazione sanitaria. Se fosse confermata la notizia dell’avallo del governo rispetto a queste due nomine inammissibili, dovremmo concludere che dicevamo di schiacciare le logiche del potere e alla fine ne siamo invece rimasti schiacciati. Sui gravi problemi della sanità calabrese c’è da tempo una latitanza del governo, che ignora l’evidente inadeguatezza della struttura commissariale, mentre il ministro della Salute consente, ricevendoli, ai sindaci amici di Mario Oliverio di fare campagna elettorale, invece dimenticando le ripetute richieste di incontro che gli avevamo rivolto per raccontargli del muro di gomma della burocrazia ministeriale e regionale, sorda e cieca rispetto alle emergenze sanitarie della Calabria: legalità e maggiori risorse per i servizi. Abbiamo perso un’occasione unica. L’impegno profuso a favore del diritto alla salute doveva rappresentare il nostro punto di forza per le Regionali, ma la miopia e l’equilibrismo di palazzo hanno vanificato i nostri sforzi. Ci aspettavamo che almeno il nostro capo politico, Luigi Di Maio, prima di presentare i candidati per le Regionali venisse con noi alla struttura commissariale, a Catanzaro, per rendersi conto di persona di come la stessa gestisca il piano di rientro dal disavanzo sanitario. Gli elettori ci puniranno sonoramente, ma almeno non sarà colpa nostra.

PARI OPPORTUNITA’: CI VORREBBE UNA RIVOLUZIONE CULTURALE PER AVERE PIU’ INVESTIMENTI ECONOMICI

Stamattina abbiamo audito la Ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, riguardo alle linee programmatiche del suo lavoro. Sono intervenuta in rappresentanza della Commissione XII di cui faccio parte, Affari sociali e Sanità, sulla necessità di potenziare il Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere e la rete dei centri antiviolenza sul territorio.
Durante l’audizione si è parlato di politiche per la famiglia e delle azioni che questo Governo sosterrà per far ripartire le nascite in Italia visto che stiamo diventando, purtroppo, un Paese chimera.
Credo che per poter parlare del concetto di famiglia o delle famiglie di oggi, la politica tutta dovrebbe sostenere concretamente il principio della dignità della persona. L’Italia e l’Europa, infatti, si trovano ancora tragicamente immerse in uno scenario politico-economico neoliberista che ha innalzato i principi economici a valore assoluto e addirittura come prevalente su tutti gli aspetti della vita umana e sociale. Fin quando non ci sarà un’inversione di tendenza, una vera e propria rivoluzione culturale, difficilmente avremo investimenti massicci sulle politiche a sostegno delle pari opportunità e dell’emancipazione della nostra società.
Oltre al tema delle risorse economiche che devono sicuramente essere maggiori, dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sul pieno utilizzo dei fondi già stanziati. Mi riferisco ai fondi -previsti dalla legge n. 119/2013 (la cd “legge sul femminicidio”)-destinati alle Regioni per interventi di contrasto alla violenza nei confronti delle donne. Ho chiesto alla Ministra, dunque, di avere un riscontro dettagliato su quali siano le Regioni che hanno utilizzato interamente quei fondi. Bisogna evitare che ci siano ritardi da parte delle Regioni nell’utilizzo di queste risorse altrimenti, di fatto, si nega la possibilità a donne e minori di accedere ai relativi servizi di supporto in grado di liberarli da eventuali condizioni di violenza.
Inoltre, ricordando che nel maggio scorso a Palazzo Chigi, si è tenuta la riunione della nuova Cabina di regia per la prevenzione e il contrasto alla tratta degli esseri umani, è importante sapere a che punto siano i lavori. Questa Cabina di regia è la sede di confronto e di raccordo politico, strategico e funzionale tra le Amministrazioni statali, la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, le Forze dell’Ordine, le Regioni e gli Enti locali per la definizione del nuovo Piano nazionale antitratta 2019-2021. A questo tema va’ riservata particolare attenzione anche perché, come stiamo approfondendo in Commissione Antimafia, è recente l’evoluzione del fenomeno della tratta dovuta all’affermazione dei reti criminali trasnazionali, tra le quali spicca la mafia nigeriana. Il lavoro da fare è ancora tanto, quindi c’è bisogno di tutto il nostro impegno.

MISSIONE ANTIMAFIA A PALERMO: DUE GIORNI DI CONFRONTO SUI TEMI DELLA LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA

E’ cominciata oggi la missione della Commissione parlamentare Antimafia in Sicilia a Palermo, scandita, fino a domani, da numerosi incontri ed audizioni. Dal Prefetto di Palermo, al Questore, al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, al Comandante Provinciale dei Carabinieri, al Capo della Sezione Operativa DIA di Palermo, fino al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Palermo e il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Palermo.
L’accertata persavisità ed il radicamento delle logiche mafiose nei nostri territori, nonché il loro continuo adattamento ai cambiamenti politici, sociali ed economici in atto, tanto a livello locale quanto nazionale ed internazionale, ci impone di agire con sempre maggiore efficacia, rapidità e lungimiranza, al fine di intercettare, e possibilmente anticipare, le loro prossime mosse sul campo.
I recenti fatti di cronaca ci dimostrano quanto sia facile, per questo tipo di criminalità, infiltrarsi ai più alti vertici del potere pubblico e nell’ambito dell’economia legale con spregiudicati spazi di manovra anche a causa di una certa legittimazione sociale. Penso, ad esempio, al traffico di droga e stupefacenti da parte delle mafie che è in aumento per via dei consumatori che si moltiplicano. I guadagni della mafie sono altissimi, ma i costi sociali, in termini di salute ed economici lo sono ancor di più e ricadono sulla collettività intera.
E’ dunque nostro compito come componenti della Commissione parlamentare Antimafia, apprenderne i meccanismi di funzionamento, offrendo poi il nostro contributo alla redazione di leggi antimafia sempre aggiornate.

ECCO PERCHÉ DICO NO ALL’OPERAZIONE-AIELLO: APRIAMO CON SERIETA’ A SX

“Se il malaffare ha rovinato questo Paese, è l’ipocrisia che uccide la speranza”.

Se il nome del prof. Aiello sarà sottoposto a ratifica sulla piattaforma Rousseau io voterò NO.

Apriamo un dialogo serio e rapido guidato da una figura autorevole del MoVimento 5 Stelle che garantisca i nostri valori con tutte le forze pulite e trasversali della Calabria, a partire dalla Sinistra sui temi.

C’è assurda o voluta ambiguità che ci sta portando ad un suicidio politico.

Ci sono due linee politiche dettate da due capi Grillo&DiMaio. 

Uno parla di progetti alti con la sinistra mentre l’altro cambia idea il giorno dopo il risultato delll’Umbria

Nel frattempo, però, continuano a dire di essere d’accordo su tutto. 

Mi rivolgo ai miei colleghi parlamentari del MoVimento, ai nostri consiglieri comunali, ai nostri attivisti e simpatizzanti e a chi ci ha votato in questi anni.  

La possibilità e la responsabilità di indirizzare il corso storico-politico calabrese non ce l’avremo mai più. Il nostro elettorato ci punirà se avanzeremo una proposta non convincente e non aderente alle sfide del tempo. 

Mi chiedo chi dei Portavoce o del M5S conosca il prof. Aiello tanto da farsi garante della sua figura ed esporlo all’elettorato chiedendo voti per lui. 

Ritengo che una forza politica che sostiene un candidato Presidente, significa che sta garantendo per il suo percorso politico e per l’indirizzo che nel Consiglio regionale seguirà. Chi è il garante di questa operazione fra voi? L’elettorato e noi tutti dobbiamo saperlo. Questa operazione-Aiello mi pare politicamente incomprensibile:

  1. Non rappresenta l’anima del M5s. Infatti non è una figura aderente al percorso delle battaglie politiche che il MoVimento 5 Stelle ha intrapreso con coraggio sin dal 2013 in Calabria.
  2. Non rappresenta neanche una figura che strizza l’occhio alle forze sane di sinistra. Infatti, Aiello non ha avuto remora alcuna nell’offrire pubblicamente il suo fianco ed il suo contributo ad un Oliverio già fallimentare e già travolto da scandali ed inadeguatezze. Ricordo che oggi il Presidente uscente Oliverio non lo vuole nemmeno il PD, neanche regalato. Stanti così le cose, non reggerebbe neanche l’argomento di allearsi a sinistra per rafforzare il governo centrale.
  3. Si dice che rappresenti il “civismo”. Ma qual è la galassia di civismo che lo sostiene in Calabria? Perchè se esiste, ancora oggi non si è fatta sentire a suo sostegno. E se venisse eletto, magari come capolista di una sua lista civica: chi ci garantisce che porterà avanti le battaglie del M5S? Non vorrei  che ci rinnegasse il giorno dopo aver cavalcato il M5S per raccattare voti.

Spero che qualcuno con più acume di me mi spieghi, punto per punto, questa operazione politica che il M5S calabrese sta intraprendendo.

Per quanto mi riguarda se si dovesse votare sulla nostra piattaforma – che si usa solo a piacimento dei Capi- per ratificare l’Operazione-Aiello, io, che valgo uno (su Rousseau) voterò  NO❌.

Ieri Beppe ci ha detto di “non rompere i coglioni”. Ma lui non sa o fa finta di non sapere che vivendo In questi territori ho dovuto essere per forza una “rompicoglioni”  perché qui per sopravvivere, per resistere, per combattere per diritti e servizi essenziali -che in altre parti d’Italia (tipo al nord dove vive lui) sono garantiti- bisogna essere per forza una “rompicoglioni”. Ognuno è quello che è sempre stato.

Nonostante le tue offese, in questa fase, concordo con la tua visione Caro Beppe e ti dico apriamo un dialogo serio e rapido guidato da una figura autorevole del MoVimento 5 Stelle che garantisca i nostri valori con tutte le forze pulite e trasversali della Calabria, a partire dalla Sinistra sui temi.

Avere idee, in tempi difficili è una risorsa. Avere paura, in tempi incerti è un demerito. Coraggio, la faccia pulita della Calabria deve ritrovarsi e fare uno sforzo di comunione. #CalabriaAlzaLaTesta! 

 

P.S. Alle anime belle o a quelli che “i panni sporchi si lavano in casa propria” ricordo che se ci fossero sedi ufficiali, collegiali e democratiche in cui confrontarsi nel #M5s, le agenzie stampa ed i social non sarebbero l’unico strumento per esporre con trasparenza le proprie posizioni politiche.

 

 

SCIOGLIMENTO DEI COMUNI PER MAFIA: SABATO A GIRIFALCO (CZ) PER LA PRESENTAZIONE DELLA MIA PROPOSTA DI LEGGE

Sabato 23 novembre sarò a Girifalco (Cz) per presentare la Proposta di Legge a mia prima firma sullo scioglimento dei comuni per mafia alla quale lavoro dalla scorsa legislatura (http://documenti.camera.it/leg18/pdl/pdf/leg.18.pdl.camera.474.18PDL0007580.pdf) insieme ad altri colleghi.
Il nuovo Governatore della Calabria si troverà ad amministrare una regione dove sono presenti molti Comuni in difficoltà economiche e molti dei quali anche commissariati per infiltrazione o condizionamenti da parte della ‘ndrangheta.
Perché una nuova legge in materia è così necessaria? Quali gli attuali limiti da superare? Quali le principali novità? Queste e molte altre saranno le domande che ci guideranno durante il confronto con le amministrazioni locali della zona e le associazioni che prenderanno parte all’evento, che si concluderà con un dibattito aperto anche a tutti i cittadini che vorranno partecipare.
La Proposta nasce dall’esigenza di aggiornare la normativa attuale, con l’obiettivo di fornire nuovi meccanismi operativi che garantiscano il ritorno al buon funzionamento dell’ente, restituendo ai cittadini gli strumenti democratici per amministrare in maniera sana la cosa pubblica a livello locale.
Soprattutto, il fenomeno dello scioglimento -che responsabilizza anche le comunità a ricostruire in maniera sana la fiducia verso le istituzioni- deve poter assicurare il miglioramento della qualità della vita all’interno di quella città, nel pieno rispetto dei principi di legalità e giustizia sociale.
Vi aspetto allora sabato 23 novembre, alle ore 16:30, presso la Sala Consiliare del Comune di Girifalco (CZ), in Piazza Umberto I, 1.

CALABRIA E GIOCHI DI PALAZZO, VERSO LE REGIONALI

La Calabria per molti è una terra irrecuperabile. Lontana dall’Europa e persino dall’Italia. In Calabria si nasce con il senso di colpa di dover dimostrare di essere più onesti e più capaci degli altri.

In Calabria, sembra ripetersi il destino degli sconfitti fra i giochi di palazzo romani e gli interessi più ambigui. La classe dirigente più compromessa in Calabria è stata storicamente utilizzata, per far fare incetta di voti ai partiti di riferimento. Mentre dalle sedi di partito che contano si propugna legalità e rinnovamento, sui territori in Calabria si lascia beatamente spazio al condizionamento del voto, in alcuni casi allo scambio politico-mafioso oppure al compiacimento della mafia “trasparente” della massoneria deviata. Sì perché in Calabria sono molte le logge massoniche infiltrate da soggetti -appunto deviati- che sono anche riferimento della ‘ndrangheta. E così arriviamo ad una dura realtà: ‘ndrangheta e massoneria deviata condizionano di fatto il consenso, l’economia del territorio e quindi la fruizione di diritti e servizi. Insomma, in Calabria la vivibilità dei nostri territori è compromessa da un perenne stato di bisogno e di necessità: che si tratti di ottenere un prestito bancario, un documento da rintracciare nei meandri della burocrazia oppure una visita medica. 

ANCORA CAMBIAMENTO: CONTO ALLA ROVESCIA 

Il conto alla rovescia circa le elezioni regionali sta mettendo spalle al muro tutti i partiti politici compreso il MoVimento 5 Stelle: perché il sentire della gente di Calabria è di sconforto generale, ma allo stesso tempo di consapevolezza che dare consenso ai soliti schemi non cambierà il corso delle cose. Per questo è ancora forte l’esigenza di cambiamento. Ma quale cambiamento?

La Calabria è meravigliosa, incorniciata da 780 Km di costa che sembrano, a guardarla dall’alto, custodire come uno scrigno le alture delle sue montagne: il Pollino, la Sila, le Serre e l’Aspromonte. Ma quanto noi Calabresi siamo stati bravi a custodire tali bellezze? Non sempre visto che, come ha sapientemente raccontato l’antropologo e scrittore Mauro Minervino nel suo libro “Statale 18”, tante brutture o strutture abusive sono state costruite proprio dall’uomo. Quasi forse per dissacrare nel tempo tanta bellezza, la Calabria secondo l’ultimo rapporto di Legambiente ha il 46,5% di abusivismo edilizio. Investimenti in viabilità, trasporti, infrastrutture strategiche, sistema idrico integrato e messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico, così come il rilancio dei piccoli borghi dovrebbe essere il chiodo fisso di ogni governo regionale per aumentare la qualità della vita di chi vive il bellissimo territorio calabrese. Per questo servirebbe una task force interna alla Regione di esperti, anche esterni se servissero, in grado di elaborare un uso strategico e massiccio dei Fondi europei.

Una volta in Calabria, come in tutto il Sud, erano diffuse le famiglie numerose, oggi invece l’Italia è diventato un Paese chimera. Non si fanno figli e nella mia regione, troppo spesso, nascere può significare morire. La sanità Calabrese non garantisce i livelli essenziali di assistenza (LEA) come previsto dalla Costituzione e questo abisso in cui siamo caduti non può essere ricondotto solo a singole responsabilità penali, che certamente vanno perseguite. Da più di un decennio arrivano in Calabria e in tutto il Sud, meno risorse dallo Stato centrale rispetto al resto del Paese: da anni, in particolare, mi batto per la modifica dei criteri di riparto del Fondo Sanitario Nazionale alle Regioni. Se gli attuali 320 milioni di euro che la Calabria spende per l’emigrazione sanitaria a favore di strutture pubbliche e private accreditate del nord si investissero per per gli ospedali della regione anziché altrove, molti medici, professionisti e pazienti non scapperebbero. La politica regionale e nazionale, nel tempo, ha avallato queste scellerate politiche economiche, dando potere a figure dirigenziali della sanità ciniche e cialtrone che non hanno fatto altro che allungare la spirale degli orrori che ancora oggi porta alla morte giovani madri e cittadini calabresi perchè magari soccorsi con troppo ritardo. Quando, infatti venne scritto il D.M.70 del 2015 e iniziarono i tagli orizzontali ai posti letto negli ospedali -da sacrificare sull’altare della spending review-, nessuno prima aveva pensato di fare i conti con l’orografia del territorio italiano per cui i tempi di percorrenza sono differenti se pensiamo a certe regioni, come la Calabria, in cui il diritto alla mobilità è praticamente negato. E poi, ci chiediamo perché i nostri giovani migliori partono e perché chi rimane troppo spesso perde le speranze o si allinea infelicemente. 

Quante imprese, quanti artigiani e quanti professionisti maledicono la politica ma poi vanno a braccetto con quella più sporca o intimano ai propri dipendenti chi votare? Se in Sicilia il “sistema Montante” ha smascherato il c.d. apostolo dell’antimafia, in Calabria pensate siamo immuni da certe logiche malate di potere? Segui i soldi e troverai le mafie diceva Falcone e allora questo monito un Politico non può mai dimenticarselo! Nei grandi profitti illeciti pare che la ‘ndrangheta fatturi più del MaCDonald’s ed un pò meno della Fiat per un giro d’affari di 24 mld di euro; e così come pure nell’economia legale che può servire al controllo militarizzato del territorio da parte delle ‘ndrine, loro ci sono. Inutile negarlo!

I Calabresi puliti, però, sono ancora la maggioranza: lavoratori infaticabili, menti formidabili ed intuito imbattibile. Una maggioranza che è spesso silenziosa solo perché stanca o disillusa. 

LA SPERANZA DEL M5S

Credo che il M5S abbia ancora l’opportunità di dimostrare di essere una speranza lavorando ad una candidatura limpida e politicamente forte. Aggiungo che ne ha il dovere. Se non vogliamo farlo per ragionamenti contorti, ingiustificabili all’opinione pubblica, credo che il giudizio  della storia non sarà clemente con noi. 

Che siamo in colpevole ritardo è vero. Ma chi fra noi conferma la teoria del disimpegno e cioè che è meglio non presentarsi al cospetto degli elettori, dopo 10 anni di MoVimento, sta candidamente affermando che il nostro progetto politico in Calabria è fallito.

A che serve acclamare la giovane svedese Greta Thumberg, se poi ci disinteressiamo delle attuali e future generazioni proprio in Calabria dove c’è un alto tasso di dispersione scolastica che va oltre il 20%, mentre il 43% dei bambini calabresi vive in condizione di povertà relativa e la spesa pro-capite per interventi di spesa sociale media annua da parte dei comuni calabresi si attesta a 26 euro, a fronte dei 316 euro dell’Emilia Romagna?

Se pensiamo di avere fatto tanto sforzo in Parlamento sui reati di corruzione e contro la pubblica amministrazione con la legge “spazzacorrotti”, adesso per la Calabria dobbiamo andare oltre. Come pensate che si stia in “trincea” alla Procura di Catanzaro oppure nei piccoli paesi dove giornalisti coraggiosi denunciano il malaffare con tutti rischi che ne derivano? Il magistrato Nicola Gratteri ricorda sempre che quando si fa giustizia e si arrestano i delinquenti, quel vuoto nel sistema criminale viene rimpiazzato. Ecco, dovrebbe essere la politica altrettanto organizzata a colmare quei vuoti con la presenza delle istituzioni e attraverso l’aggregazione civica. Abbiamo il dovere, con la nostra attività politica di indicare esempi da seguire come gli imprenditori che hanno denunciato le mafie, penso per esempio ad Antonino De Masi o a Rocco Mangiardi che ci continuano a regalare esempi coraggiosi di sobrietà e gentilezza, nonostante la rabbia avrebbe potuto pervaderli. C’è chi come Mario Congiusta, ha lasciato questa vita terrena, non avendo ottenuto piena giustizia per la morte del suo adorato Gianluca vittima di mafia e chi come la famiglia Ceravolo coraggiosamente insiste affinché chi ha ucciso il giovanissimo Filippo, vittima innocente di un agguato ‘ndranghetista, parli. E ci sono ancora altri genitori, che tutt’oggi continuano a lottare per una Calabria libera dalle logiche mortifere della ‘ndrangheta: mi riferisco alle mamme coraggiose che, anche grazie alla sensibilità e alla professionalità del Presidente del Tribunale dei Minori di Reggio Calabria, Roberto Di Bella, stanno facendo di tutto per dissociarsi dall’ambiente familiare mafioso e per evitare ai loro figli un destino di turbe psicologiche, sofferenze, carcere e morte.

Serve coraggio e cuore aperto per affrontare questa tornata elettorale per non condannare altre generazioni di calabresi all’emigrazione, per non contribuire alla desertificazione economica e culturale dei nostri territori, per non uccidere la speranza.

Parte da questa lunga premessa la mia proposta di candidatura di servizio dentro il M5s per la Presidenza della Regione Calabria. 

La politica non può tirarsi indietro rispetto alle sue responsabilità antiche ed attuali, non può arretrare arruolando all’ultima ora personalità alle quali far sventolare il vessillo di partito o addirittura evitando che sia espressione di un percorso politico ben definito.

FOCUS NESCI 

Alcuni cittadini, per lo più colleghi e addetti ai lavori, si sono chiesti cosa mi abbia spinto a fare questo passo che in prima battuta mette in luce la diversità di vedute con il capo politico del M5S Luigi Di Maio. C’è chi dice che voglio assicurarmi altri 5 anni da consigliere regionale e chi per semplice velleità personale o per spirito di protagonismo. Questi sono legittimi retropensieri di chi non mi conosce e di chi evidentemente al mio posto non farebbe una scelta tanto azzardata. Sì, perché oggi la Calabria, più di ieri, è un azzardo per tutti i partiti politici anche per il M5S che è stato in grado di impegnare un intero governo, il Conte 1, con un decreto emergenziale ad hoc sulla sanità calabrese. Bene adesso chiedo, ai rappresentanti di governo di allora che ancora ricoprono tali ruoli e che sono miei colleghi parlamentari del M5S da ben due legislature: pensate forse che quella condizione di emergenza sanitaria sia finita? E tutti i rapporti delle forze dell’ordine, della magistratura e persino i moniti delle istituzioni ecclesiastiche li leggete circa le infiltrazioni della criminalità organizzata e le persone che in Calabria rinunciano alle cure? Pensate che queste condizioni emergenziali del tessuto sociale ed economico calabrese potranno mai giustificare la scelta del disimpegno elettorale o di un candidato presidente “tanto per partecipare”? So bene che queste mie uscite hanno fatto storcere il naso a molti, ma per la mia terra ed in nome delle istituzioni che rappresento non posso voltarmi dall’altra parte. Non accetto i giochi di palazzo a Roma sulla pelle dei Calabresi.

In mancanza di un progetto serio e costruito nel tempo ho sentito il dovere di metterci la faccia, perché non è mio costume scappare o nascondermi dietro un dito. C’è da rispondere al grido di dolore e voglia di rinascita della mia regione. Credo che il percorso politico da Portavoce del M5S mi dia la forza di rappresentare la faccia limpida e dignitosa di quei tanti calabresi che sono sempre stati maggioranza rispetto ai delinquenti e che in molte competizioni elettorali hanno espresso la loro voglia di cambiamento.

Non mi sto candidando per millantare potenza o rivendere risultati elettorali, io mi candido a rappresentare i Calabresi nella regione in cui sono nata e mi sono laureata e dove sono stata già eletta Parlamentare, consapevole che c’è un rischio serio di non presentazione della lista da parte del M5s. 

Chi mi conosce bene o magari ha intenzione di conoscermi dovrebbe sapere che da Parlamentare della Repubblica e Portavoce del M5S eletta in Calabria dal 2013, come capolista all’età di 26 anni, mi sono occupata: di tutela del risparmio privato, lotta contro l’usura bancaria, scorrimento delle graduatorie delle Forze dell’Ordine, gestione dei rifiuti in Calabria, protezione dei cittadini che aiutano la magistratura, iniziative antimafia e autonomia dell’informazione molto spesso manipolata e soprattutto di diritto alla Salute.

Ho denunciato i favori della mala-politica ad amici e compari, ho fatto annullare nomine dirigenziali illegittime, ne ho segnalato una montagna e ho studiato tanto: carte, atti e documenti occultati, che ho divulgato tramite web. 

Ho contribuito a difendere le associazioni sul territorio, anche minacciate dalla criminalità, e alla salvaguardia dell’ambiente insieme alle tante espressioni della società civile calabrese.

Ho denunciato centinaia di imbrogli spaventosi nella sanità, smascherando la truffa del commissariamento e del piano di rientro. Ho ispezionato personalmente il 90% degli ospedali calabresi, annotando ogni volta, disservizi, scandali e abusi di gruppi di potere per cui ho chiesto ed indicato soluzioni.

Nell’assenza di nostri Consiglieri in Regione, ho depositato, una proposta di legge di iniziativa popolare per riordinare il SSR. Oggi dopo il fallimento dei commissari nominati attraverso il Decreto Calabria abbiamo il dovere di attuare quel Decreto rispondendo ai reali e gravissimi motivi che l’hanno generato. In mezzo c’è stato un cambio di governo e la rete imbrigliata delle dinamiche del Dipartimento Regionale della salute a guida Oliverio. Ai cittadini questo lo spiegheremo, ma nel frattempo abbiamo il dovere di agire!

In questi anni ho percorso in Calabria oltre 200 mila chilometri con la mia auto, ho restituito oltre 160 mila euro del mio stipendio (e sto continuando a rendicontare), ho scritto più di 3 mila atti tra interrogazioni, esposti, emendamenti, diffide e note formali. Non amo le analisi quantitative ma, queste cifre danno quanto meno una vaga idea della mole di lavoro portata avanti in questi anni con l’aiuto di pochi attivisti, professionisti e volontari sognatori che ringrazio uno ad uno.  Ma sono state migliaia le persone che in questi anni sul territorio italiano hanno fatto attivismo civico e che -credendo sentitamente nel progetto di rivoluzione culturale- hanno contribuito con soldi di tasca propria per spostarsi e stampare volantini, mettendo a disposizione del M5S il proprio tempo ed idee. Attivisti consapevoli che l’unica rivoluzione possibile è quella democratica attraverso le istituzioni, permanente che non si ferma davanti ai tentativi di delegittimazione, pacifica ma non per questo meno tenace.

Per anni ho organizzato centinaia di incontri pubblici ed eventi di piazza su temi importanti per rappresentare degnamente le Istituzioni e far capire che se ciascuno fa il proprio dovere pian piano le cose cambieranno e stanno già cambiando. E indietro non possiamo tornare. 

Se la buona volontà di molti di noi e di tante istituzioni e autorità (politiche, civili, militari, religiose, delle ff.oo. e della magistratura) non sia ancora abbastanza. Allora dobbiamo fare tutti di più, perchè in questi dieci anni abbiamo visto troppi amici e conoscenti abbandonare i nostri amati luoghi d’origine per l’assenza di alternative di realizzazione personale ed economica dignitosa.  

CHIEDO IL SIMBOLO M5S

Per quanto già dimostrato con il mio lavoro e quello di tutti i Portavoce, sia come forza di opposizione che di maggioranza, in nome del M5S sento che non possiamo cedere il passo.

Sono a disposizione del M5S per rappresentare la mia terra, perchè non potrei mai permettere di lasciare campo libero al solito sistema ben oliato di prebende e di interessi particolari a danno della collettività. La Calabria deve alzare la testa e con il M5S a garanzia può farlo. 

Chiedo pubblicamente a Di Maio e Beppe Grillo -che detengono il simbolo del M5S- questa possibilità. Oggi dire sì alla mia candidatura significherebbe sostenere una giovane donna (come anche già auspicato da un recente appello pubblico), in un percorso politico che sia: responsabile, pragmatico e trasparente, di aggregazione civica trasversale, aperto a tutti: sia ai militanti di destra o di sinistra, che a tutti quelli che non si ritrovano in alcuna delle attuali sigle di partito. Dobbiamo premiare chi, fino ad oggi, nel territorio calabrese ha resistito fieramente alle ingiustizie e alle vessazioni. 

CONCLUSIONI

Possiamo battere la storica e nefasta logica dell’alternanza calabrese che oggi vede favorito (non certo per meriti) il classico carrozzone del centro-destra con in testa la Lega. 

L’attuale legge elettorale premia oltremodo il primo ed il secondo più votato. Con una candidatura dell’ultima ora o di sola testimonianza, rischiamo senz’appello il “terzo posto” e quindi l’irrilevanza. Saremmo fuori dal Consiglio Regionale. Mancare questa opportunità – come a gran voce ci chiedono tanti Calabresi – senza nemmeno provarci sarebbe politicamente imperdonabile per noi, per il M5S intero. Invito, ancora una volta, a riflettere su quanto dico.

Con la mia candidatura politica per il M5S, aperta ad una coalizione di liste civiche, capace di aggregare le energie buone della Calabria, possiamo chiedere il consenso elettorale dei calabresi e far virare il timone della Regione verso il riscatto! 

Dep. Dalila Nesci

Portavoce M5S, Camera dei Deputati

Tropea (VV), 16 Novembre 2019

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VERTICI SANITÀ, #CALABRIA: CAMBIANO I NOMI MA NON LE LOGICHE

La notizia delle nomine effettuate dal Commissario alla Sanità calabrese, Saverio Cotticelli, per la guida delle ASP di Cosenza e Vibo Valentia, nonché per gli ospedali di Catanzaro e Reggio Calabria, lascia nuovamente basiti.
Insieme al collega M5S Francesco Sapia presenteremo presto un’interrogazione parlamentare per venire a capo della questione, chiedendo a chi di competenza di spiegare i motivi per cui, ancora una volta, ai vertici del SSR, vengano insediate figure di dubbia competenza in materia di sanità.
La Calabria continua ad essere terra di conquista, se una ricercatrice universitaria e commercialista, nel cui curriculum non risulta comprovata esperienza in ambito sanitario, è stata individuata per dirigere l’Asp di Cosenza; se a gestire l’ospedale di Reggio Calabria si vorrebbe un ingegnere, esperto qualificato per le fonti radiogene in strutture sanitarie; e se, addirittura, per timonare l’Asp di Vibo Valentia è stato proposto il reggente del policlinico universitario catanzarese, già tra i protagonisti della vicenda della nomina alla Re Artù, che facemmo saltare con specifico esposto alla Procura, del responsabile del polo integrato Inail-Asp di Catanzaro.
Sottolineo che l’ASP di Vibo Valentia ha già, di recente, attirato l’attenzione della cronaca: nel mirino de Le Iene, infatti, è finito proprio l’ex direttore del Dipartimento di prevenzione (oggi in pensione) Cesare Pasqua, colpevole -secondo le accuse di un collega- di aver piazzato la nuora proprio in quell’Azienda.
Ribadisco che il Decreto Calabria non è diventato legge per compiacere il solito sistema malato. Adesso basta: il Commissario Cotticelli spieghi dunque i motivi di tali nomine, faccia luce sui “mandanti”, chiarendo sulla base di quali fondamenti oggettivi e razionali tali decisioni siano state assunte.
E’ tempo di smascherare le logiche di questa gestione faziosa e miope della sanità calabrese: noi adotteremo qualsiasi iniziativa utile sulla base delle nostre prerogative parlamentari.

SCIOGLIMENTO COMUNI PER MAFIA: AL CENTRO PROTEZIONE DEGLI INTERESSI DELLA COLLETTIVITA’

Molto interessante oggi, in Commissione Affari Costituzionali, l’audizione del Capo Dipartimento per gli Affari interni e territoriali, il Prefetto Elisabetta Belgiorno, in relazione alla mia proposta di legge sullo scioglimento dei comuni per mafia.
Partiamo da una considerazione ideologica fondamentale: valori cardine della legge in materia di scioglimento, sono gli interessi della collettività generale e dell’ordine pubblico, che sono da tutelare nel corso di ogni fase del procedimento (indagini della commissione d’accesso e poi eventuale commissariamento dell’ente locale). La natura preventiva della norma ed il carattere straordinario ed eccezionale, deve concretamente poter mettere le basi per un pieno e stabile risanamento dell’ente commissariato. Ecco perché questa normativa va affinata negli strumenti e nelle risorse da mettere in campo, ma non può essere depotenziata in alcun modo.
Nel corso dell’audizione, ho posto al Prefetto alcune domande relative al potere dei prefetti e delle commissioni d’accesso, nonché ai casi in cui, ad essere sciolte, siano le Aziende sanitarie.
Ho chiesto, infatti, se lo sviluppo di questa normativa non debba prestare maggiore attenzione ai poteri e agli strumenti di cui dispongono i Commissari straordinari nell’esercizio delle proprie funzioni: se, in particolare, non debbano essere investiti di maggiori poteri per poter, ad esempio, allontanare il personale dipendente che risulta essere condizionato dalla criminalità organizzata.
Ancora, rispetto alla composizione e al funzionamento della Commissione d’accesso, ho chiesto se siano necessari tempi più lunghi per la formulazione della relazione da questa prodotta, concernente la descrizione degli elementi che accertano la sussistenza del reato di stampo mafioso.
Rispetto alla composizione della Commissione straordinaria, ho ricordato che l’articolo 32 bis del c.d. Decreto Sicurezza aveva già predisposto, in coerenza con la mia proposta di legge, la costituzione di un apposito albo da cui attingere i nomi dei commissari straordinari che saranno posti a guida dell’ente sciolto. Ho chiesto, dunque, a che punto sia la formazione di questo albo.
La definizione di una nuova normativa in materia di scioglimento degli enti locali per mafia deve necessariamente essere rafforzata ed eliminare in primis quegli aspetti più critici che riguardano la presenza quotidiana della terna commissariale dentro i comuni. La popolazione deve percepire la costanza dell’impegno dello Stato affinché non si creino equivoci sulla strada da scegliere per avere servizi e dignità: questa è la strada della legalità e della giustizia sociale, poiché le mafie stanno umanamente ed economicamente desertificando i nostri territori.

Vai qui per vedere l’audizione integrale—> https://webtv.camera.it/evento/15329