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STUMENTI PER UNA RIVOLUZIONE IN SANITÀ: “DECRETO CALABRIA” E’ LEGGE! VI SPIEGO I CONTENUTI.

Il Decreto Calabria è finalmente diventato Legge dello Stato, dopo la sua approvazione di ieri in Senato. Ma badate bene, in questo provvedimento ci sono norme che riguardano tutto il SSN: ovvero soluzioni per sopperire alla carenza dei medici, dei farmaci, delle assunzioni e per impedire l’arbitrio della mala politica nelle nomine dei vertici della sanità di tutta Italia.
Partiamo dalle norme speciali per la sanità calabrese: abbiamo gli strumenti che ci permetteranno di raddrizzare anni di storture amministrative, finanziarie e gestionali, che hanno portato la sanità calabrese al collasso.
Nei 18 mesi in cui queste misure emergenziali saranno in vigore, abbiamo disposto verifiche più rigide e serrate sul lavoro dei Direttori generali, Sanitari e Amministrativi delle aziende sanitarie Calabresi, nonché strumenti per risolvere il più speditamente possibile i casi di fallimento contabile delle stesse.
Sul versante della lotta alla corruzione e dell’infiltrazione della criminalità organizzata in sanità abbiamo dato vita ad una norma che rende più affidabili e trasparenti le gare d’appalto in materia di edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico e gli affidamenti per forniture e servizi al SSR. Abbiamo infatti previsto un’intesa operativa con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) per gli affidamenti sotto soglia comunitaria ed il ricorso centralizzato a Consip per tutti gli altri. Non ci sarà nessun rischio per le aziende pulite che vi parteciperanno: era necessario attivare misure speciali visto che diverse ASP nel passato e l’Asp di Rc oggi sono sciolte per infiltrazioni mafiose. Basta appalti e convenzioni agli amici degli amici.
I commissari straordinari nominati a capo delle aziende sanitarie, avranno anche il compito di comunicare eventuali illeciti o condotte criminali poste in essere dalle imprese esercenti attività sanitaria per conto del Servizio Sanitario Nazionale che verranno segnalate tramite il Commissario ad acta ed il Prefetto sul territorio.
Avendo come faro i valori di legalità e trasparenza, ci siamo occupati anche dei casi di scioglimento delle aziende sanitarie regionali qualora emergessero concreti, univoci e rilevanti elementi che ricolleghino l’ente, e gli stessi amministratori, alla criminalità organizzata di tipo mafioso. Anche la gestione commissariale delle Aziende sanitarie sciolte per mafia dovranno concorrere al piano di rientro e l’innalzamento dei LEA.
Ancora, per ovviare alla spaventosa carenza di personale sanitario in tutta Italia ed anche nelle regioni Commissariate, abbiamo aumentato i limiti di spesa destinata alle assunzioni, sancendo finalmente lo sblocco del turn-over, imposto fino ad oggi dai governi di centro-destra e centro-sinistra attraverso l’austerity e le manovre “lacrime e sangue”.
In più, dopo aver aumentato le borse di specializzazione nelle professioni mediche fino a 8000 unità, permettiamo l’assunzione degli specializzandi dell’ultimo anno, medici già abilitati, che prenderanno servizio a tempo determinato e adeguatamente supportati dai loro tutor universitari. Una volta terminato il corso di formazione specialistica, il loro contratto di assunzione nel SSN diventerà a tempo indeterminato. Una vera e propria rivoluzione per sopperire alla carenza cronica di medici di medicina generale.
Ed infine, per evitare gli arbitri della cattiva politica in materia di nomine sanitarie, abbiamo disposto che i futuri vertici aziendali possano essere scelti –obbligatoriamente per le regioni commissariate e facoltativamente da quelle in piano di rientro- tramite l’utilizzo di una graduatoria di merito, che specifichi la loro comprovata esperienza in materia di gestione amministrativa e finanziaria.
Insomma, un primo grande passo per dare nuovo respiro alla Regione più disastrata d’Italia in termini di sanità e pervasività della criminalità organizzata. Ma anche una pietra miliare da cui ricominciare per tutelare il diritto alla salute e alle cure necessarie di tutti quei cittadini che hanno patito i disservizi di chi ha gestito la sanità in maniera clientelare e per mero opportunismo politico.

IN CALABRIA I VECCHI PARTITI REINTRODUCONO VITALIZI? A FINE ANNO LA RESA DEI CONTI

I danni che i vecchi partiti di centrodestra e centrosinistra stanno procurando alla Calabria sembrano proprio non avere fine.
Dopo essere stati smascherati in Sardegna, PD e Forza Italia ripropongono anche nella Regione calabrese una legge per ripristinare i vitalizi, votando l’iniziativa all’unanimità.
Dovremmo sorprenderci? Purtroppo, stiamo ancora scontando gli strascichi di una politica che guarda sempre ed unicamente ai propri interessi, che tenta di arricchirsi alle spalle dei cittadini e a loro svantaggio, che guarda alla gestione della cosa pubblica come alla strada più veloce per soddisfare i propri personalissimi bisogni.
Bisogni costosi che, nel caso della Calabria, preleveranno dalle tasche dei cittadini almeno 3 milioni di euro in cinque anni. Risorse preziose, che potrebbero essere invece impiegate per sostenere il processo di risanamento del sistema sanitario regionale, ormai allo sfascio.
Tuttavia, noi non desistiamo dall’obiettivo che ci siamo prefissati: continuiamo alacremente a lavorare perché la gestione amministrativa e finanziaria della sanità calabrese torni a valorizzare le innumerevoli eccellenze che la compongono, spesso emigrate in cerca di un mercato del lavoro che fosse pronto ad accoglierle.
In più, attendiamo che i cittadini calabresi possano finalmente tornare ad esprimersi alle urne, cambiando radicalmente la composizione della giunta regionale attuale. A breve, la Calabria avrà la possibilità di eleggere per la prima volta componenti del Movimento 5 Stelle, che potranno continuare dall’interno la battaglia per la trasparenza e la legalità. Siate pronti a cambiare. Noi ci faremo trovare pronti ad ogni costo, perché meritiamo di essere Governati da chi è disposto a sacrificarsi per la collettività avendo competenze e soprattutto coraggio.

SCORRIMENTO GRADUATORIA AUTISTI 118: ALTRO PASSO AVANTI PER SANITÀ CALABRESE

Da tempo avevamo segnalato la carenza di autisti del 118 io ed il collega M5S Francesco Sapia, in particolare nell’Asp di Vibo Valentia e della possibilità di far scorrere graduatorie utili senza disperdere risorse in costose convenzioni con privati. Così con l’attenta e responsabile azione del Commissario Cotticelli, abbiamo ottenuto lo scorrimento delle graduatorie per gli autisti del 118.
Un risultato importantissimo e da tempo atteso, che mette fine alla degradante situazione in cui versavano Asp e dipendenti del 118 da almeno un anno e mezzo.
Un altro passo in avanti per la Sanità Calabrese, reso possibile dal cambio di rotta che gradualmente stiamo imponendo alla gestione sanitaria, tanto amministrativa quanto finanziaria.
Un progressivo allontanamento da quell’intrico di rapporti clientelari, illegalità diffusa e connivenze politiche che per troppo tempo ha affossato e manomesso il sistema della sanità nella Regione.
Sul solco aperto dal Ministro della Salute Giulia Grillo, con il decreto Calabria, lavoriamo senza sosta per seminare trasparenza, competenza, legalità e giustizia.

M5S, SALARIO MINIMO: SOLUZIONE PER ALZARE I REDDITI DEI LAVORATORI

Ad oggi, siamo tra i pochi Paesi europei a non aver ancora stabilito un salario minimo per i lavoratori, sempre più frequentemente schiacciati da contrattazioni al ribasso, che ne mortificano la dignità e la possibilità di condurre un’esistenza decorosa. Il MoVimento 5 Stelle ha, fin dalla sua nascita, fatto propria questa battaglia, che tocca le vite di più di 5 milioni di cittadini. E’ dal 2013 che battagliamo per una riforma radicale del nostro mercato del lavoro e quindi dare pieno compimento alle disposizioni contenute nell’art. 36 della nostra Costituzione: ogni “lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Facendo leva anche sulla contrattazione collettiva nazionale, bisogna avere il coraggio come Governo di stabilire nuove regole del gioco in grado di arginare le pericolose distorsioni nel settore dell’impresa e degli investimenti. Noi abbiamo già dato prova di azione con il nostro Ministro Di Maio attraverso il Decreto dignità ed il Reddito di cittadinanza. Bisogna continuare con la rivoluzione in atto e radicalmente modificare le condizioni di milioni di lavoratori italiani, per scongiurare e conseguentemente prevenire il fenomeno dei cosiddetti “working poors” e dei NEET, cioè di quei giovani che, scoraggiati, hanno smesso anche di cercarlo, un lavoro. Tramite il nostro Disegno di Legge, attualmente in Commissione Lavoro al Senato, abbiamo proposto il SALARIO MINIMO: sotto i 9 euro lordi l’ora non si scende. Una proposta che speriamo avrà il contributo fattivo e non ostruzionistico di tutte le altre forze politiche, affinché nessuno in Italia sia mai più lasciato indietro.

SSN: POTENZIARLO CON RISORSE E RESTITUENDO CREDIBILITA’

Questa mattina la Fondazione GIMBE ha presentato a Roma il 4° Rapporto sulla Sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, tracciandone i contorni come affetto da una sempre più profonda “crisi esistenziale”. Per noi non è certo una novità, ma grazie all’elaborazione di questo Rapporto abbiamo avuto l’opportunità di un’ulteriore riflessione con gli addetti ai lavori.
Il progressivo definanziamento del SSN, in questi ultimi anni, ha compromesso il principio universalistico al quale si ispira sin dalla sua nascita nel 1978, proprio in attuazione dell’Art. 32 della nostra Costituzione. Nell’ultima legge di bilancio, la prima elaborata dal c.d. “Governo del Cambiamento” abbiamo invertito questa tendenza aumentando il FSN di + 4,5 Mld nel triennio fino al 2021. Siamo convinti che bisogna guardare alla sanità e al concetto di salute sempre più come un investimento e non un mero costo.
E’ innegabile a sua volta, che il graduale definanziamento pubblico abbia reso i vari Sistemi Sanitari Regionali sempre più facile preda di chi vorrebbe spingere verso la totale privatizzazione del sistema sanitario italiano. Inoltre, gli ingenti sprechi e le inefficienze che hanno caratterizzato lo sviluppo del Sistema Sanitario in alcune Regioni, così come l’inadeguata governance sanitaria e la scarsa attenzione sul versante della prevenzione, hanno fatto perdere di credibilità al nostro SSN. Come ha sottolineato il Ministro della Salute Giulia Grillo, intervenuta oggi al termine della presentazione, non basta difendere il SSN con “tante belle parole”: servono fatti concreti, alimentati da una volontà politica trasversale di rivitalizzarne e sostenerne il futuro sviluppo. Dobbiamo imparare ad utilizzare le risorse in maniera efficiente, attraverso strategie lungimiranti, valorizzando, prima di tutto, le incredibili professionalità che compongono il tessuto del SSN. Quelle professionalità del personale medico, paramedico e tecnico che in questi 15 anni -nonostante il blocco del turnover e le mancate assunzioni- hanno fatto i salti mortali per coprire turni senza riposo e per assistere i pazienti in ospedali che scoppiano. Solo attraverso una coralità d’intenti politici, civici e tecnici, riusciremo a guardare con più fiducia alle sfide che già ci attendono, tra le quali il regionalismo differenziato che non potrà MAI realizzarsi a danno delle regioni più in difficoltà.
Noi siamo pronti a far sì che questo cambiamento -dell’attuale sistema ormai svilito- sia radicale, effettivo e credibile, per il benessere di ogni cittadino, della collettività e delle attuali e future generazioni.

EUROPA: RISCHIO DI INFRAZIONE? CAMBIARE LE REGOLE PER POTER SALVAGUARDARE BENESSERE CITTADINI ED AMBIENTE

La Commissione Europea vuole aprire una procedura d’infrazione per l’Italia a causa di debito eccessivo: ancora una volta, ci rendiamo conto di quanto sia necessario cominciare a lavorare con serietà, impegno e competenza per cambiare radicalmente le regole economiche su cui si fonda la nostra Unione.
Anni di austerity, improntati sulla necessità di abbassare i livelli di debito nei Paesi “ad alto rischio”, non hanno fatto nient’altro che peggiorare le condizioni di vita dei cittadini in quegli Stati, mortificando i tentativi di ripresa dell’economia reale basati sugli investimenti in infrastrutture, sanità e servizi.
Oggi, non possiamo correre il rischio di veder sfumare i progetti per un’Italia più stabile, più forte e attenta ai bisogni dei cittadini. Il nostro Paese ha necessità di investire in settori chiave della nostra economia, come quello delle energie rinnovabili: un passo cruciale, alla luce dei progressivi cambiamenti climatici a cui il nostro pianeta è sottoposto.

Come lo stesso Luigi Di Maio ha sottolineato, gli investimenti green, per un’Europa sostenibile, devono essere sganciati dai vincoli economici fino ad oggi imposti: il Patto di Stabilità e i limiti del 3% non possono più inserire a bilancio anche i progetti messi in campo per una progressiva transizione energetica del nostro continente, che faccia a meno delle fonti fossili. Per raggiungere gli obiettivi di un’Europa finalmente #carbonfree, è necessario dunque mettere i Paesi che compongono l’Unione Europea in condizione di poter accompagnare e sostenere questa delicata ed imprescindibile trasformazione.

In questo ultimo anno, abbiamo lentamente cominciato a riportare l’economia in una posizione di SERVIZIO nei confronti dello Stato e del cittadino, e attraverso il Reddito di Cittadinanza abbiamo ri-cominciato dal basso, da coloro che non potevano più essere lasciati indietro.
Come ha recentemente sottolineato il Presidente Conte, il nostro Paese sta dimostrando una “nuova sensibilità”, determinato a dare un “contributo critico” per modificare le regole esistenti, che mal si accompagnano ad un progetto di soddisfacimento dei reali bisogni e del benessere dei nostri cittadini.

SANITÀ: INSIEME ALLA MINISTRA GRILLO, IN UN SOLO ANNO RAGGIUNTI OBIETTIVI CONCRETI E REALI

In un solo anno, abbiamo fatto per il miglioramento della sanità nel nostro Paese più di quanto non sia stato raggiunto nello scorso decennio. Tramite la Legge di Bilancio, abbiamo incrementato di 4,5 miliardi di euro il Fondo Sanitario Nazionale nel prossimo triennio, disponendo, inoltre, un aumento di 4 miliardi nell’ambito del fondo destinato all’edilizia sanitaria e all’innovazione tecnologica delle apparecchiature. Abbiamo cominciato a rivoluzionare il sistema malato delle liste d’attesa, stanziando 350 milioni per l’ammodernamento delle infrastrutture elettroniche adibite alle prenotazioni delle prestazioni sanitarie e approvando un nuovo Piano per governarle, con l’obiettivo di ridurre ulteriormente le attese interminabili e rendere lo scorrimento più affidabile e trasparente.

Forti dell’inestimabile sostegno del nostro Ministro Giulia Grillo, che ringrazio, abbiamo cominciato a reintrodurre criteri di merito, trasparenza e competenza in un sistema che per lungo tempo è stato vessato dalle clientelari logiche di potere dei partiti allora al governo.

In tale chiave programmatica, abbiamo agito per sopperire alla preoccupante carenza di medici e personale sanitario sul nostro territorio. Abbiamo approvato, in Legge di Bilancio, una norma per consentire agli studenti specializzandi dell’ultimo anno di poter accedere ai concorsi, abbattendo così una parte degli infiniti tempi burocratici che li contraddistinguono; abbiamo aumentato di 1800 unità le borse di studio per le specializzazioni mediche, per un totale di 8000 all’anno.

Inoltre, nel #DecretoCalabria, abbiamo finalmente determinato la fine del blocco del turn-over per tutte le Regioni in Piano di Rientro, ampliando i margini della spesa per le assunzioni.

Ancora, abbiamo approvato la norma che istituisce la Rete Nazionale dei Registri dei Tumori e il Referto epidemiologico: uno strumento fondamentale per prevenire e combattere le malattie determinate, tra gli altri, da fattori legati all’inquinamento ambientale.

Abbiamo quindi cominciato a tracciare un percorso ben chiaro, con un preciso obiettivo di fondo: risollevare le sorti -che sembravano segnate- di quella fascia di popolazione che in questi anni è stata maggiormente indebolita dalla mala gestione che ha contraddistinto l’indirizzo politico in sanità, specialmente nelle regioni del Sud. Abbiamo previsto infatti che per le regioni Commissariate per il Piano di Rientro sia obbligatorio per i Presidenti di Regione attingere ad una graduatoria di merito per le nomine ai vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere del Servizio Sanitario Regionale. Così facendo abbiamo: eliminato l’arbitrio della politica sulle nomine nei posti chiave della sanità ed arginiamo quelle dinamiche malate che hanno nel tempo permesso di piazzare nomi politicizzati senza capacità di gestione delle aziende.

Insieme a tutta la Commissione Affari Sociali alla Camera, siamo decisi a proseguire con lealtà lungo questa traiettoria, consapevoli di essere soltanto all’inizio: nel corso dei prossimi quattro anni, lavoreremo alacremente per far sì che ogni cittadino possa pienamente godere del diritto sancito nell’art. 32 della nostra Costituzione, che tutela la salute come un diritto fondamentale della persona umana.
Continueremo a profondere tutto il nostro impegno per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo preposti come maggioranza parlamentare ed in sintonia con il nostro Ministro Grillo.

DA DUE SECOLI AL SERVIZIO DELLA LEGALITÀ: CHE L’ARMA DEI CARABINIERI RESTI SEMPRE BALUARDO DEI PIÙ ALTI VALORI CIVILI

205 anni fa, nel 1814, a Torino, veniva fondata l’Arma dei Carabinieri. Oggi, nel 2019, non possiamo che guardare con orgoglio e gratitudine all’insostituibile apporto che quest’Arma ha donato al nostro Paese in termini di sicurezza, decoro, responsabilità ed esaltazione dei valori che reggono la nostra società.
Un ruolo cruciale, fondato su solida disciplina e preziose competenze, miranti a rafforzare i valori di giustizia e legalità nel nostro Paese.
Da cittadina italiana e calabrese, li ringrazio per l’impegno profuso, tra i tanti ambiti, in quello per il contrasto alla diffusione e al radicamento della criminalità organizzata sul nostro territorio. Sul versante della lotta alla ‘ndrangheta, l’Operazione Geena in Valle d’Aosta, l’Operazione Papa in Lombardia, l’Operazione Carminius in Piemonte, per non parlare del maxi Processo Aemilia – nell’ambito del quale, proprio oggi, è stato confermato l’ergastolo al boss Nicolino Grande Aracri – rappresentano solo alcuni esempi, in quest’ultimo anno, di quanto l’azione e la preparazione dei nostri Carabinieri sia essenziale per rendere l’Italia un Paese più sicuro in cui vivere e radicarsi.
Li ringrazio, in questo giorno di festa, per il prezioso lavoro portato avanti e per quello che ancora faranno nella lotta alle ingiustizie e all’illegalità diffusa. Mi auguro possano sempre rappresentare valida testimonianza per i giovani ed in ogni singolo territorio in cui operano.

EUROJUST: I PUNTI DA SVILUPPARE IN ITALIA PER UNA MIGLIORE COOPERAZIONE GIUDIZIARIA TRANSNAZIONALE

Oggi, in missione con la Commissione Antimafia presso l’Eurojust, l’Agenzia europea per la cooperazione giudiziaria internazionale, abbiamo potuto confrontarci con il Vicepresidente dell’Agenzia, il dott. Filippo Spiezia, nonché Membro nazionale del Desk Italiano in loco.
È cruciale dare forma ad una nuova normativa europea che consenta di riconoscere ed individuare, a livello transnazionale, i diversi gruppi criminali mafiosi che operano -non solo- in Italia, ma che esercitano il proprio controllo economico e territoriale anche in altri Paesi dell’Unione Europea che non hanno una normativa antimafia avanzata come la nostra.
Di conseguenza, si rivela imprescindibile l’elaborazione di un Programma europeo specifico destinato a tutelare i testimoni ed i collaboratori di giustizia che denunciano le organizzazioni criminali.
Rispetto ai meccanismi di funzionamento di Eurojust, si è discussa la necessità di snellirne velocemente la burocrazia, per facilitare l’attribuzione dei fondi Eurojust a favore degli Uffici Giudiziari che ne fanno richiesta per la conduzione di indagini transnazionali e dunque sfruttare al meglio il supporto dei questa Agenzia.
In merito alla prossima istituzione della Procura Europea, è necessario lavorare ad una progressiva distrettualizzazione delle diverse Procure Europee su base nazionale, per coadiuvare il lavoro del Procuratore Capo ed elaborare meccanismi di non sovrapposizione con i compiti di Eurojust.
Rispetto allo scambio e alla comunicazione di informazioni relative ad indagini e casi trattati (uno dei pilastri su cui l’Agenzia è stata fondata), ci si è accorti del bisogno di condividere tali dati anche con altre agenzie preposte alla lotta contro la diffusione della criminalità organizzata in Europa, come Europol e Frontex.
Ancora, abbiamo parlato della necessità che l’Italia recepisca al più presto la Direttiva 2017/1371 del Parlamento Europeo e del Consiglio (la cosiddetta Direttiva PIF), che estende la responsabilità e le connesse misure sanzionatorie nei confronti delle persone giuridiche colpevoli di reati che minacciano gli interessi finanziari dell’Unione europea. Di ritorno in Italia abbiamo dunque altro materiale importante su cui proseguire a lavorare in Parlamento.

EUROJUST: PER UNA MAGGIORE COOPERAZIONE ANTIMAFIA IN EUROPA, CHE PARTA DAI TRAGUARDI NORMATIVI ITALIANI

Seconda giornata di missione per la Commissione Antimafia a l’Aja: questa mattina abbiamo visitato il quartier generale di Eurojust, alla presenza del Presidente dell’Agenzia Ladislav Hamran e del Vicepresidente Filippo Spiezia, Membro nazionale del Desk italiano che opera presso l’Agenzia.
Abbiamo potuto apprenderne il funzionamento, gli sviluppi legislativi ed organizzativi che in questi anni ne hanno progressivamente ampliato il raggio d’azione e affinato i meccanismi, nonché le sfide che si prepara ad affrontare nel prossimo futuro.
Attraverso il Vicepresidente Spiezia, siamo riusciti a valutare il fondamentale apporto che il Desk italiano, punto di contatto con la magistratura del nostro Paese, ha donato in occasioni di numerose indagini e missioni, in materia di coordinamento, efficienza organizzativa, e competenza normativa.
E’ questo, ancora una volta, il segno di quanto la nostra legislazione in materia di antimafia sia estremamente avanzata rispetto alla media europea.
Una normativa all’avanguardia, che ha spesso deciso il successo di operazioni difficili e delicate, come la cosiddetta “Pollino”, contro il radicamento della ‘ndrangheta in Europa. E’ per questo motivo che ci auguriamo che la prossima istituzione della Procura Europea (EPPO), mirante ad armonizzare i meccanismi di contrasto alla criminalità organizzata tra i vari Paesi europei, non comporti, di conseguenza, anche una omologazione al ribasso della normativa antimafia da applicare sul continente; normativa che in Italia, ribadiamolo, è estremamente avanzata: pensiamo ai reati di associazione mafiosa e alle misure cautelari reali, come la confisca, che in Europa non hanno una corrispondenza analoga alla nostra.
Si prospetta, inoltre, anche la costituzione di un Registro delle informazioni giudiziarie in ambito di terrorismo internazionale, che Eurojust gestirà per favorire il coordinamento delle operazioni sul territorio dell’Unione.
Lavoriamo, dunque, per rendere la cooperazione in materia di lotta alla diffusione e al radicamento delle mafie in Europa più effettiva, mirata ed incisiva, senza dimenticare, tuttavia, i fondamentali passi in avanti fatti in questi anni dalla nostra legislazione nazionale.