“Ingagliardire gli scuri” è un’espressione usata dal celebre storico dell’arte Giovanni Bellori, nonché biografo dell’artista, per descrivere la tecnica di Caravaggio di utilizzare maggiormente il tono medio di fondo, impostando una preparazione con caratteristiche cromatiche particolari. La cifra stilistica di Caravaggio è certamente la resa drammatica dei chiaroscuri, tecnica che inizierà ad utilizzare in quella considerata come “seconda fase” della sua produzione. È Santa Caterina d’Alessandria a segnare questo punto di svolta: l’opera si distingue per un uso più marcato del colore e per l’introduzione di ombre più intense, anticipando quella forza espressiva che diventerà cifra inconfondibile del suo linguaggio pittorico.

Ieri sera, con l’amico On. Maurizio Lupi ed altri colleghi, abbiamo compiuto un viaggio unico tra i dipinti di Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571-1610). Capolavori celebri, opere raramente visibili e nuove scoperte con prestiti eccezionali da musei di tutto il mondo . Tra questi:
*Ecce Homo* (dal Prado)
*Santa Caterina* (dal Thyssen-Bornemisza)
*Marta e Maddalena* (Detroit Institute of Arts)
Il ritorno dei tre dipinti commissionati da Ottavio Costa
Il *Martirio di sant’Orsola*, ultimo capolavoro di Caravaggio
La mostra a cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi, Thomas Clement Salomon è esposta nello splendido Palazzo Barberine a Roma.
Ho scattato alcune foto (non tutti i quadri si potevano fotografare), per ricordarmi di questa emozionante esperienza:














