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COMBATTO OGNI GIORNO LE MAFIE, FIGURIAMOCI SE HO PAURA DEI PROBIVIRI!

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Dovevamo operare una rivoluzione culturale, ma le maggiori energie e risorse sono state utilizzate in questi anni per abbassare il discorso politico. Tanto è vero che ci ritroviamo ciclicamente a parlare di rendicontazioni per denigrare qualche parlamentare e distogliere l’attenzione dalle questioni politiche su cui invece bisognerebbe argomentare.
Ci siamo sempre lamentati del trattamento mediatico che ci riservavano certi giornalisti e certe testate, salvo poi servirsene negli anfratti di palazzo per bastonare mediaticamente qualcuno in maniera scientifica.
Le rendicontazioni dovevano essere un vanto, un’azione politica gioiosa da rilanciare per il suo significato politico simbolico. Ed invece viene tirato fuori come “clava” mediatica dai vertici del M5S per delegittimare i Portavoce. In questa trappola sono caduti in tanti, anche in buona fede, che alimentano “non argomenti” anziché vedere la trave che c’è negli occhi del M5S.
Io, ad esempio, sono arrivata a donare +170 mila euro del mio stipendio da parlamentare in questi anni e ne sono fiera. Non temo alcuna gogna mediatica nè tanto meno se sospinta da miei colleghi.
Il denaro non deve essere il fulcro dell’impegno politico, nè delle relazioni interpersonali. Il gesto delle rendicontazioni stava a significare, infatti, che il denaro ed il profitto non sono i valori fondanti della nostra società. Un messaggio rivoluzionario, semplice e dirompente che aiutava a sgretolare il dogma del neoliberismo imperante che oggi attraverso l’economia distrugge la dignità delle persone e dei lavoratori. MENTRE VENTI di guerra soffiano.
Per fare memento dei nostri valori, dello spirito originario che infondeva le nostre battaglie e per spiegare il fondamento filosofico ed economico del nostro pensiero politico ho voluto contribuire attraverso il ciclo di incontri “Parole Guerriere a Montecitorio. Seminari Rivoluzionari” (v. paroleguerriere.it). Iniziativa totalmente spontanea e volontaria che non promana da alcuna regia dei vertici del M5S anzi, è un progetto che ho offerto a Casaleggio D. e all’ “Associazione Rousseau” che non hanno voluto…manco regalato!
D’altronde in questi anni speravo almeno di avere un diniego motivato, ma come potevo pretenderlo visto che da anni nelle varie competizioni elettorali attivisti (molto spesso storici e guerrieri) vengono arbitrariamente esclusi senza una motivazione argomentata. Mi direte, “e te ne sei accorta solo ora?”. Sì, ora ho tirato le somme di questa mia esperienza e mi sono accorta che per troppi anni mi sono alzata in assemblea a dire ciò che pensavo cercando di contribuire costruttivamente alla rivoluzione del M5s. E scusate se questa cosa l’ho maturata adesso, perchè nel frattempo combattevo per i diritti negati nella sanità calabrese e speravo che una volta al governo avremmo davvero rovesciato le piramidi. Invece no abbiamo dato solo una spolveratina.
Mentre qualcuno cincischia di rendicontazioni, sul caso politico della Calabria invece c’è silenzio e ipocrisia. La Calabria è una regione che secondo voi vale almeno quanto tutte le nostre rendicontazioni? Direi di NO, perchè vale molto ma molto di più. Si tratta del futuro di intere generazioni e della possibilità di sviluppo di un territorio già depredato dalle mafie e dalla mala-politica. A qualcuno interessa?
Ho lanciato l’allarme tempo fa sulla situazione calabrese in primis riguardo alla sanità. Il Governo Conte 1 ha voluto il decreto Calabria che ho difeso anche dagli attacchi strumentali dell’allora maggioranza e minoranza. Ma quel decreto non è stato ancora attuato e mi trovo a fare le stesse denunce della scorsa legislatura. vi pare normale? Il sistema regionale politico-sanitario non è stato intaccato, si continua come prima.
Ho fatto diventare un caso politico le elezioni regionali calabresi, mentre qualcuno tentava di imboscarsi e prendere tempo. Ho denunciato prima internamente e poi pubblicamente la svendita politica del patrimonio elettorale del M5S in Calabria.

La mia auto-candidatura alla Presidenza della Regione Calabria era un tentativo estremo di difesa del percorso rivoluzionario e delle battaglie portate avanti in questi anni in difesa degli ultimi. Il M5S aveva il dovere di essere tale e rappresentare la Calabria dignitosa e desiderosa di riscatto con una proposta elettorale all’altezza della situazione.
Fare politica in Calabria non è uno scherzo, sia per chi ha ruoli istituzionali che per chi non ce li ha. Il mio collega Paragone, che stimo e a cui esprimo solidarietà per l’espulsione ingiusta, sbaglia ad alimentare con leggerezza la trappola mediatica delle rendicontazioni, così come altri che sono impegnati a dare patentini da “grillino”. Mentre tutto scorre qui -in Calabria ed in Italia- le trincee sono molteplici: per gli imprenditori onesti, per i dipendenti e gli ammalati avviliti della sanità, per le madri che temono per il futuro dei propri figli caduti della rete ‘ndranghetista, per chi è in difficoltà economica.
La politica seria e rivoluzionaria, per me, non può ridursi ad una gara da giocare sul piano delle rendicontazioni, c’è in gioco la credibilità e la responsabilità delle istituzioni che rappresentiamo.
E’ chiaro che il mio percorso politico in rappresentanza del M5S sia stato sfruttato per le campagne elettorali di turno. Inoltre, qualche arrivato dell’ultima ora, con il beneplacito generale interno, continua a sfruttare la mia storia politica, per tentare di nascondere la sua inadeguatezza.
Per le elezioni regionali in Calabria e per la formazione di questo Governo sono stati preferiti accordi politico-elettorali al ribasso. Dunque a ciascuno degli artefici del M5S, bisognerebbe chiedere la rendicontazione politica di queste scelte di compromesso.
Io mi ribello a questo appiattimento ridicolo del M5S che adesso fa delle rendicontazioni in denaro il suo argomento di distrazione di massa “dimenticandosi” di fare il rendiconto politico delle responsabilità che ha sulla Calabria e non solo!
Il Re è nudo. Ho fatto denunce contro la ‘ndrangheta figuriamoci se ho paura dei probiviri.
Da questo momento in poi per protesta non rendiconterò più nella piattaforma del M5S: ho già provveduto a fare le prime donazioni di parte del mio stipendio ad associazioni sul territorio impegnate in attività culturali, diritti dei minori e assistenza ai malati di SLA in Calabria. Trovate tutti i miei bonifici dal 2013 ad oggi sul mio sito dalilanesci.it
Siamo diventati gli attori principali dell’ipocrisia ed è così che si uccide la speranza.