“Ciascun confusamente un bene apprende
nel qual si queti l’animo, e disira”.
Il cuore di ciascuno di noi cerca qualcosa che possa appagare il proprio desiderio di bello e di vero e soprattutto di sapere discernere il bene dal male. E Dante ci ha dimostrato, con la Divina Commedia, che questo viaggio dentro di noi e verso Dio si può compiere: è rischioso, faticoso, ti mette di fronte alle tue paure e ai tuoi limiti, ma si può fare! Si può arrivare a vedere il cielo, le stelle insomma…raggiungere uno stato di felicità.

Dante ha voluto narrare l’esperienza di un viaggio nell’aldilà ma con l’intento di spiegare il senso della nostra vita terrena e spirituale, nell’aldiquà appunto.




Alcune illustrazioni mi hanno particolarmente colpito. Quella del Canto III sugli ignavi che hanno fatto una cosa grave in vita: non hanno mai scelto il bene o il male e quindi non si sono mai presi la responsabilità di amare e di “appartenere”.
Poi l’immagine del Canto V con Paolo e Francesca: un istinto passionale che non può definirsi amore perché privo di ragionevolezza.
E poi la “Libertà ritrovata” del Canto XXVII del Purgatorio in cui Dante comprende e raggiunge il libero arbitrio imparando dalle difficoltà della vita.
Infine, l’immagine del “Transumanar” del Canto I del Paradiso in cui Dante, grazie a Beatrice che le fa da specchio, riesce a guardare il sole con i propri occhi.
Consiglio a tutti di andare a visitare la mostra gratuita nei Musei di San Salvatore in Lauro dal titolo: “Uomini siate e non pecore matte”. Un viaggio letterario ed interiore nella Divina Commedia di Dante Alighieri. La mostra, con i commenti di Franco Nembrini e le illustrazioni di Gabriele Dell’Otto è stata realizzata da “Centocanti s.a.s” e voluta dal Dicastero per l’Evangelizzazione in occasione del Giubileo 2025. Potete visitarla fino al 27 aprile 2025.

